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Miracolo a Milano

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su Miracolo a Milano

di cini
10 stelle

Quella di Miracolo a Milano è una favola, una favola meravigliosa che si staglia come un macigno in mezzo al pessimismo dominante del neorealismo. La critica infatti all'uscita ne diede un giudizio molto negativo accusando il film di essere “troppo evangelico e moralmente consolatorio”, tant'è che in Unione Sovietica ne fu proibita la diffusione, in quanto non era in linea col partito marxista. Il film tuttavia non è una semplice fuga dalla realtà, come spesso ancora oggi viene giudicato, ma un affondo di questa attraverso un modo nuovo di guardarla. Come in una favola, il piccolo Totò viene trovato nudo sotto un cavolo e finisce nelle mani di una simpatica vecchietta che lo educherà e gli mostrerà un gusto nuovo per la vita, una gioia inusuale (siamo nel dopoguerra) attraverso quelle che sono le fatiche, ma anche gli errori, di ogni giorno (vedi la scena del latte versato sul pavimento).

Il piccolo Totò così cresce con la memoria di questo sguardo, con una felicità sconosciuta che gli farà rivolgere a tutti un nuovo saluto, e gli farà accettare ciò che la vita gli pone davanti. Come quel gruppo di barboni, ai quali Totò non può far altro che rioffrire quello che la vecchietta gli ha consegnato: un modo diverso, appunto, di vivere la vita, insegnando ai bambini le tabelline, agli adulti il modo di costruire una piccola civiltà con quello che gli è concesso, insegnando che è possibile ancora una speranza pur vivendo di miseria e pezzi di cartone. Ciò che Totò fa vedere a quella massa di vagabondi è che si può trovare una bellezza anche in quel poco che abbiamo, che se c'è qualcuno vicino che ti canta la-lalalà salvandoti la vita, che si accomuna a te per non farti sentire di meno, che solo con un bacio ti ridona coraggio, allora, se c'è davvero questo qualcuno al tuo fianco, magari puoi ancora “credere nel doman”, come dice la canzoncina che ricorre in tutto il film.

Ma in questa favola piena di realismo interviene anche il male dell'uomo, con il suo desiderio di potere e ricchezza, e soprattutto la grazia, attraverso lo spirito sempre arzillo della vecchietta e una colomba che ha tanto l'aspetto dello Spirito santo. È il miracolo, il divino che si riversa su quel mucchio di poveracci accompagnandoli nel difficile travaglio della vita e infine dando loro i mezzi per giungere in quel regno dove non contano i limiti o le monete che porti in tasca, e dove poter sempre contare su una casa e uno sguardo amico, qualcuno che al tuo saluto ti sappia rispondere con volto sincero “veramente buongiorno”.

NB: quel volo finale verso l'alto, ha ispirato a Spielberg la scena sulle biciclette volanti nel capolavoro E.T.-L'extraterrestre, scena anch'essa dal forte valore allegorico.

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