Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Miracolo a Milano (1951) rappresenta una delle espressioni più originali e poetiche del cinema di Vittorio De Sica e del neorealismo italiano. Sceneggiato da Cesare Zavattini, il film compie un audace salto nel realismo magico, mescolando la cruda rappresentazione della povertà del dopoguerra con una favola moderna di struggente ottimismo. È un'opera unica nel suo genere, che unisce la commedia, la satira sociale e una profonda vena di lirismo per creare un inno alla bontà d'animo e all'utopia, senza mai dimenticare le dure leggi della realtà.
Toto, un giovane orfano dalla bontà d'animo incorruttibile, viene cresciuto da una saggia vecchina in un ricovero per poveri. Una volta adulto, si ritrova a vivere in una baraccopoli alla periferia di Milano, dove la sua ingenua e contagiosa generosità lo trasforma in un punto di riferimento per una comunità di emarginati e diseredati. Toto riesce a infondere speranza e solidarietà in questo microcosmo di miseria, organizzando la vita quotidiana con allegria nonostante le avversità. La svolta nella sua vita avviene quando, grazie all'intervento dell'amata madre defunta, riceve in dono una colomba bianca dotata di un potere miracoloso: quello di esaudire ogni desiderio. Questo dono magico permetterà a Toto di aiutare i suoi compagni di sventura, ma attirerà anche le mire speculative di un potente industriale, dando vita a una lotta surreale tra il bene puro e l'avidità senza scrupoli.
Miracolo a Milano è un film sulla povertà che rifiuta qualsiasi retorica pietistica. De Sica e Zavattini scelgono invece la strada della fiaba, usando il surreale e il magico non per evadere dalla realtà, ma per metterne in luce le ingiustizie con occhio più acuto e commosso. La regia di De Sica è magnificamente equilibrata: le sequenze che ritraggono la vita nella baraccopoli hanno la dignità e la concretezza del neorealismo, mentre i momenti magici – come la fuga finale – sono trattati con una levità e una grazia da sogno.
Francesco Golisano, nel ruolo di Toto, incarna con naturalezza una figura quasi cristologica di una purezza disarmante, un "pazzo santo" la cui follia è l'unica risposta possibile a un mondo folle. Il film è una satira feroce ma mai amara del capitalismo e della speculazione edilizia, e al tempo stesso una celebrazione della solidarietà di classe e del potere dell'immaginazione. La colonna sonora di Alessandro Cicognini contribuisce a creare un'atmosfera sospesa tra il malinconico e il gioioso.
Miracolo a Milano è un inno alla fantasia come ultima arma dei diseredati. Più che una favola, è una parabola sociale di straordinaria attualità, che parla di sfratti, diritti negati e disuguaglianze con un linguaggio universale. La sua conclusione, insieme tragica e liberatoria, è uno dei finali più belli e commoventi della storia del cinema, un'immagine di fuga verso un'utopia necessaria. De Sica ci ricorda che, in un mondo ingiusto, l'unico miracolo possibile è conservare la capacità di sognare e di essere buoni.
"In un mondo che misura tutto con il denaro, l'unica vera ribellione è restare capaci di donare un sorriso e di volare via su una scopa, verso un sole più caldo."

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