Regia di John Sturges vedi scheda film
Negli anni Cinquanta, incomincia ad aprirsi qualche crepa nella visione totalmente propagandistica del genocidio dei "nativi" rappresentata dal genere western ("L'amante indiana" di Delmer Daves o il bellissimo "La tortura della freccia" di Samuel Fuller). Non è proprio il caso di questo film, che credo sia il peggiore in materia. La sua morale, se così si può definire, è tanto chiara quanto disgustosa: gli americani (bianchi, ovvio), divisi dalla Guerra di Secessione, raggiungeranno l'unità nazionale solo sterminando insieme gli indiani. Non a caso il primo a morire nell'assedio che dà il titolo alla versione italiana, dove per inciso ai "nemici" viene riconosciuta una certa intelligenza tattica, è la guida Kiowa, per non parlare di quel che succede nel finale (A proposito: quando vedremo un/a Presidente/ssa USA indiano/a d'America? Io mi accontenterei già di qualche attore, visto che dagli anni Novanta a oggi si son visti quasi solo canadesi). Orrori e menzogne a parte, la sceneggiatura è sotto la media dell'epoca per la qualità delle battute e nella struttura alquanto rigida (i pesanti siparietti comici). Da salvare rimangono la regia di Sturges, l'interpretazione di William Holden e l'ambientazione inconsueta (il campo di prigionia). Consiglio questo film, oltre agli studenti di regia, a chi volesse capire fino a che punto di sfacciata impostura sia potuta arrivare la propaganda, che oggi rimane paradossalmente a testimoniare contro chi l'ha prodotta.
Tipica. "Soothe my lonely heart", comunque, è una bella canzone.
Bellissima, epica e intima.
C'è qualcosa di più maledettamente sexy del duro-cinico-romantico recitato da lui?:))) Inutile dire che ha fatto di meglio, ma va fortissimo comunque, in un ruolo per lui più tosto del solito (e per scadere definitivamente nella vacuità, è ancora più attraente del solito, visto che per una volta non ha il torace depilato:))
Non è in grado di incarnare adeguatamente il suo personaggio, piuttosto tormentato, col risultato di rendere certe sue decisioni gratuite.
Molto legnoso, fa sì che il dilemma del personaggio femminile diventi improponibile.
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