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Indivisibili

Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film

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La recensione su Indivisibili

di maghella
6 stelle

 

Alba, una spiaggia del litorale campano, 3 prostitute ritornano a casa dopo una notte di lavoro.  Una di loro entra in una baracca vicina e prepara il caffè per le sue due figlie diciottenni.  Viola e Dasy dormono accanto sul letto, Dasy si tocca sotto gli slip mentre Viola dorme sorridendo.  Le due ragazze sono gemelle siamesi unite alle cosce da una sottile membrana di carne. Le due sorelle condividono praticamente tutto: emozioni, sensazioni e malesseri. Non è difficile infatti che se una beve troppo l'altra si ubriachi. Non c'è solo la madre a vivere con loro, ma anche il padre e due zii, tutti mangiano sulle spalle delle due sorelle indivisibili. "Indivisibili" è il duo canoro che Viola e Dasy formano, una sorta di coppia di cantanti pseudo guaritrici  (il padre mette in giro la voce che se si tocca la membrana che tiene unite le ragazze si abbiano miracoli e benefici) che gira i dintorni tra feste di matrimoni e chiese da inaugurare. Proprio durante una di queste feste le sorelle incontrano un impresario della zona che manifesta un morboso interesse per Dasy, che a sua volta non pare essere indifferente ai complimenti dell'uomo. Questo incontro alquanto volgare e poco romantico basta a far nascere nella ragazza la voglia di fare le prime esperienze amorose, senza dover per forza condividere tutto con Viola. In tutto questo, un dottore si prende a cuore il caso umano delle gemelle siamesi, informandole che la loro separazione è possibile e per nulla pericolosa,  se non per l'aspetto psicologico avendo aspettato troppo per l'operazione. Dasy si lascia affascinare dalla possibilità di poter crescere indipendentemente dalla sorella, che al contrario è terrorizzata dalla possibilità di rimane sola.

Da questa decisione di separazione nasce un litigio violento con il resto della famiglia che aveva investito tutte le energie sullo stato delle figlie. Cosa avrebbero fatto con 2 figlie "normali" separate?

Le due ragazze cominciano la loro fuga verso la libertà: da Dasy sognata, da Viola rifiutata. Dopo una fuga in mare (poco realistica  a dire il vero), le due ragazze vengono riportate dal mare alla loro realtà di sempre. Due sante di quartiere  per raccattare qualche soldo in processione in attesa di miracoli improbabili. Sarà Dasy a compiere il vero miracolo ,  rimarranno indivisibili solo con le loro voci.

Un film sulla crescita e la formazione adolescenziale, sulla difficoltà di crescere quando tutto intorno costringe alla immobilità comoda dell'infanzia e della irresponsabilità verso ogni decisione. Quando si cresce esattamente?  Quando si hanno le prime pulsioni sessuali?  O quando si raggiunge la maturità per comprendere cosa è  bene e cosa è male per sé stessi. Dasy e Viola sono legate non solo tra di loro, ma anche a tutto un contesto socio famigliare che le ha racchiuse in un guscio malsano ma in qualche modo sicuro. La voglia di evadere di Dasy si scontra con quella di restare di Viola, ma in fondo sarà l'amore che l'una ha verso l'altra a tenerle unite. Questo sulla carta, o meglio quello che ho percepito io. Purtroppo il film soprattutto nella seconda parte punta troppo al simbolismo del messaggio che vuole inviare (come se non bastasse aver unito le due sorelle attraverso una membrana). Come accade a molti registi e autori di questi ultimi anni, anche De Angelis si lascia prendere dalla voglia di "dover spiegare tutto e subito", infarcendo il film di elementi caratteriali e ambientali  più o meno simpatici, più o meno funzionali alla storia, per rendere il tutto più piacevole ad un pubblico  più vasto possibile. Risulta quindi forzato l'inserimento di elementi di richiamo popolare con quelli rivolti ad un pubblico più "intellettuale ". Avrei preferito che si facesse una scelta più decisa, ne avrebbero beneficiato sicuramente le bravissime attrici Angela e Marianna Fontana che hanno dimostrato un talento nel recitare in modo naturale e spontaneo, che a volte cozzava con un contorno troppo artificioso.

Ho sempre pensato che se si ha la pretesa di fare un film su certe tematiche utilizzando un certo tipo di linguaggio narrativo, si debba avere il coraggio (o la capacità ) di mantenerne lo stile. In questo caso trema un po' la mano, e ci si aiuta con facili scene di immaginario kitsch meridionale (alla portata di tutti grazie anche al supporto dei real TV degli ultimi tempi), alle canzoni napoletane che non guastano mai, al nano e al trans di turno che in una festa di depravati non possono mancare.

Nonostante questi infioccamenti barocchi e a qualche simbolismo di troppo il film risulta carino e divertente, grazie alla bravura di tutti gli attori presenti, che riescono davvero a dare il meglio di sé ai loro personaggi.

 

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