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La coppia dei campioni

Regia di Giulio Base vedi scheda film

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La recensione su La coppia dei campioni

di marcopolo30
1 stelle

Un Massimo Boldi ormai anziano e palesemente svogliato per una commedia moscia e noiosa, del tutto priva d'inventiva, inutilmente volgare e tristemente stereotipata. Da evitare a tutti i costi.

Il celebre proverbio secondo cui una volta toccato il fondo si può solo risalire non tiene conto del fatto che il soggetto in questione potrebbe aver raggiunto il fondo portandosi dietro pala e piccone, e quindi perfettamente capace di farsi ulteriormente strada verso il basso. Ecco, la carriera di Massimo Boldi risponde alla perfezione a tale profilo: asceso alla fama negli anni '80 per mezzo di commedie dozzinali e soprattutto del “Drive In” (quindi già non esattamente zona Billy Wilder), è sceso nei due decenni successivi sui fondali del cinema nostrano grazie al sodalizio (a delinquere) con Neri Parenti e Christian De Sica. Una volta scaricato da tali compagni di merenda si pensava che la sua carriera, toccato il fondo, non avrebbe potuto far altro che risollevarsi. Giusto? Sbagliato. Perché lungi dal correggere il tiro e provare magari strade nuove, il nostro ha avuto invece la brillante idea di autopromuoversi, dopo una vita passata a far da spalla al comico di turno, a protagonista assoluto. Protagonista però di che cosa? Di aborti del calibro de “La fidanzata di papà”, “Matrimonio al sud” o questo “La coppia dei campioni”, nel quale già il titolo lascia presagire la preoccupante assenza d'inventiva dei suoi autori. E onestamente qui si tratta di recitare all'interno di copioni talmente vuoti e scontati che nemmeno il miglior Totò riuscirebbe a salvare la baracca, figuriamoci un Boldi ultrasettantenne e ormai palesemente svogliato. Lo accompagnano per l'occasione sul calvario, ehm, volevo dire sul set, un Max Tortora che fa quel che può (e certamente più di Boldi stesso), l'insopportabile e improponibile Anna Maria Barbera, e un paio di bonazze dalle qualità recitative assai dubbie. Il risultato è una pellicola tremendamente moscia e noiosa, inutilmente volgare, tristemente stereotipata (nei confronti degli europei dell'est) e che scopiazza inoltre senza ritegno (e per di più malamente) dal grandissimo “Un biglietto in due”. Insomma, scialbo oltre ogni limite. Ed è una vergogna che la RAI, servizio radiotelevisivo pubblico finanziato dalle tasse degli italiani, co-produca porcherie di tal monta.

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