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L'era glaciale: In rotta di collisione

Regia di Mike Thurmeier, Galen T. Chu vedi scheda film

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La recensione su L'era glaciale: In rotta di collisione

di Fanny Sally
6 stelle

Giunta oramai al suo quinto capitolo, la prolifica saga ideata da Carlos Saldanha, Chris Wedge avente per protagonista uno sgangherato branco di animali preistorici, comincia a mostrare segni di stanchezza e ripetitività, nonostante mantenga ancora un buon ritmo e non risparmi di dispensare una serie di battute fulminanti e di situazioni scoppiettanti che riescono a intrattenere.

 

Questa volta il mammut Manny, il bradipo Sid e la tigre dai denti a sciabola Diego devono fare i conti con un meteorite che cadendo sulla terra rischierebbe di causare un cataclisma e di portarli all’estinzione totale; la causa che ha innescato l’imminente disastro, come è facile immaginare per chi conosce la serie, è ancora una volta il nevrotico scoiattolo Scrat, che, nell’eterno inseguimento della famigerata ghianda, si è ritrovato addirittura a scongelare un’astronave e partire per lo spazio, provocando una tragicomica concatenazione di eventi.

Sulla Terra intanto, Manny, padre ansioso e protettivo, deve affrontare anche il traumatico distacco dalla figlia Pesca che si accinge a sposarsi, mentre Sid è alla ricerca di una compagna e Diego vorrebbe diventare papà. A salvare tutti intanto ricompare il folle e audace furetto Buck che, con la sua travolgente euforia coinvolgerà tutti gli altri animali in uno spericolato e rischioso piano per evitare la catastrofe.

 

È proprio il ritorno in scena (a grande richiesta dei fans) del personaggio di Buck, oltre a Scrat, a dare il via a situazioni e dialoghi sempre più paradossali, demenziali e inverosimili, che non sempre sono adatte e comprensibili ai più piccoli, e oltretutto fanno da riempitivo senza che vi sia una vera evoluzione dei personaggi né idee nella trama, parecchio risicata questa volta. Il meccanismo originario si era già un po’ usurato dal terzo capitolo e trascinare ulteriormente questa serie non giova alla memoria del capostipite, lontanissimo per profondità, originalità ed emozioni.

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