Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Brian De Palma è un regista contro di natura, corteggiato per la sua bravura tecnica dalle major, ma nel contempo visto con un certo scetticismo, perché se può fa di testa sua (e questo film ne è l’emblema massimo visto il flop) e qui non manca di quella sana cattiveria che ogni tanto serve per scuoterci dal torpore della scontata quotidianeità.
Film comunque controverso e parzialmente irrisolto (troppi sottotesti, troppa carne al fuoco lasciata ad ardere), ma che trova la via per la sua salvezza nell’abilità del regista (il piano sequenza iniziale è lussureggiante) ed in una visione d’insieme giustamente pessimistica (ed i tempi possono solo che dargli ragione, per la serie di quando si dice che un film è invecchiato bene).
Tutti, o quasi, i personaggi hanno infatti addosso qualcosa di sporco, insomma una rappresentazione sociale acida che poco ha da spartire con un grande film di cassetto.
Grande film, perché il cast è fenomenale per nomi ed anche per le sorprese di trovarsi certe facce note in ruoli strani per loro, grande perché non è accondiscendente e triste nell’essenza.
Forse un po’ confusionario in alcune occasioni, ma fondamentalmente da premiare, perché uccideva il coraggio di uccidere il sogno americano.
Coraggioso, più di quanto si sia creduto, ma nel contempo buono nella forma, quindi qualche difetto si può (e si deve per me) anche perdonare a cuor leggero.
Tecnicamente ineccepibile, caustico nel messaggio, fatica un pò a gestire il copione con troppi personaggi e situazioni, ma nel complesso compie un lavoro meritevole.
Niente di eccezionale, ma prova di sostanza.
Ruolo interessante, così come la sua prova.
Soddisfacente in un bel ruolo.
Lontano dai suoi ruoli e prove migliori, comunque non male.
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