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Sotto il sole di Satana

Regia di Maurice Pialat vedi scheda film

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alan smithee

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sotto il sole di Satana

di alan smithee
10 stelle

RETROSPETTIVA MAURICE PIALAT – CINEMATHEQUE DE NICE

Il film più premiato e insieme contestato di Maurice Pialat, è, a mio avviso, il suo capolavoro.

Un film sulla commistione tra purezza e peccato, santità e malvagità, che diventano due aspetti antitetici ma anche coerenti e conseguenti di una stessa medaglia: in grado entrambi, uno o l'altro, di provocare una reazione, di trovare una soluzione, un rimedio, una salvezza, che richiede in cambio il sacrificio più grande.

Gerard Depardieu è Donissan, un giovane prete di campagna che vive la sua vita mortificandosi per placare e tenere distanti i richiami della carne. Per questo suo rigore fuori tempo, viene spesso esortato dal curato più anziano a contenere questi eccessi. Ma le tentazioni continuano ad affliggere il religioso, che, in occasione di un viaggio a piedi per soccorrere spiritualmente un parrocchiano, si perde tra le strade di campagna e trascorre una notte all'addiaccio nelle mani del diavolo, che assume le sembianze di un mellifluo venditore di bestiame, che lo circonda della sua ingombrante e viscida presenza.

La strada del curato incrocia pure quella di una giovane ragazza disinibita e frequentatrice di uomini sposati, assassina scagionata di uno di questi, orgogliosa rea confessa solo con Donissan, nonché suicida portata all'altare da quest'ultimo per un tempestivo, ultimo, quasi disperato tentativo di purificazione dell'anima.

La figura controversa di questo prete combattuto e purificatore suscita scandali e malelingue, ma altrettanti opposti sentimenti di solidarietà da parte di chi vede in lui la figura del guaritore di anime e del dispensatore di miracoli.

La salvezza di un bambino, in realtà già morto di meningite al sopraggiungere del prete, rende plausibile e concreta la presenza di una entità superiore che agisce tramite il sacerdote: che sia Dio, o al contrario il maligno, non è dato saperlo: Donissant, compiuto il miracolo, si raccoglierà nel confessionale della sua umile nuova parrocchia per “assorbire” i peccati di una intera comunità, annientandosi nel sacrificio che riesce a ridar vita al bambino.

Pialat gira col suo stile diretto e documentaristico, senza costruzioni e scenografie che non siano quelle immediate e realistiche che non prevedono artifici o imposizioni; le scene sono spesso tagliate, anzi mozzate da stacchi quasi violenti; le vicende apparentemente distanti trovano modo di riunirsi in un percorso mistico o eretico che ci porta indietro alle atmosfere tetre ed affascinanti di Dreyer e del suo capolavoro Ordet.

Sotto il sole di Satana repelle e dà fastidio, si fa odiare e respingere, ma proprio per questo è un film unico, perfetto, coraggioso, che affronta a testa alta la scabrosa tematica della santità e della dannazione, due visioni opposte e distanti che come tali arrivano a congiungersi senza più riuscire a distinguersi.

 

 

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