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Parlami di Lucy

Regia di Giuseppe Petitto vedi scheda film

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La recensione su Parlami di Lucy

di mck
5 stelle

E per letto una pietraia alpina.

 

Il primo (ed ultimo: l’autore è morto nel 2015, a 46 anni, in un incidente automobilistico, a montaggio - per quanto mi risulta - concluso, prima di poter assistere alla proiezione nelle sale del suo lavoro, che uscirà postumo solo 3 anni dopo, nel 2018) lungometraggio di finzione di Giuseppe Petitto – che il regista (Catanzaro, 1969) firma [scrivendo anche la sceneggiatura con Kim Gualino (“il Tredicesimo Apostolo” e “Squadra Mobile”) e tagliacucendo con la collaborazione di AnnaLisa Forgione ed Elio Gentile, con un piao di jump-scare magari telefonati, m’al contempo, comunque, riusciti] dopo alcuni corti e mediometraggi documentari (che non ho visto: ad ogni modo, in breve: ha iniziato al séguito di Gino Strada in Afghanistan ed è finito al fianco di Matteo Renzi in Absurdistan), due dei quali, fra i più conosciuti, sono dedicati l’uno alle ombre disegnate dalle alte torri sbilenche dei cantieri dell’EXPO di Milano 2015 (Fiera di Rho-Pero) e l’altro alla vita artistica e privata di Leopoldo Trieste, dividendosi quindi fra, da una parte, un simbolo noto al grande pubblico mondiale come esponente dell’italica commedia, ma che in realtà cela profonde radici drammatiche e, dall’altra, il grande, immenso attore (e per due volte regista e sceneggiatore per sé) diretto da Germi, Fellini, Coppola, Monicelli, Loy, De Filippo, Petri, Bellocchio, Greco, Annaud, Tornatore, Risi, Zampa, Roeg, Bava, Blasetti, Brusati, Steno… –, giunge allo spettatore dal vasto deposito/dedalo di stoccaggio del [omissis: spoiler] e non arriva d’alcuna parte: però ha pure dei difetti, eh!

 


Parlami di Lucy”, anticipando di un lustro la fuoriuscita - dall’immenso catalogo/magazzino di cui sopra - di prodotti un po’ più riusciti quali Servant” (T. Bagsallop e M. Night Shyamalan, 2019 - in corso), Shadows” (C. Lavagna, 2020) e la Stanza” (S. Lodovichi, 2021), tutti incentrati s’un - rimanendo ermetici per non spoilerare troppo - Sostituto d’Assenza, si lascia vedere (fotografia che rimane gradevole pur appiattendosi un po’ troppo sull’estetizzazione, e che altresì presenta un paio di movimenti di macchina interessanti, dello stakanovista Davide Manca) e ascoltare (come sempre riconoscibili e piacevoli - a prescindere da come vengono utilizzate - le musiche di Teho Teardo), ma non colpisce: armato di simbolismi (il seno lattante sangue a prologo) e disarmato di tutto il resto.

Co-produzione europea (EuroImages) fra Italia (Martha Capello, RAI, MiBACT, Lazio, Trentino-AltoAdige), Svizzera (RSI) e Slovenia.
Bella prova di Antonia Liskova (“Via Zanardi, 33”, “Giulia Non Esce la Sera”, “le Cose che Restano”, “Tutti Pazzi per Amore”, “In the Box”, “Seguimi”, “A Tor Bella Monaca Non Piove Mai”, “Addio al Nubilato”).
Chiudono il cast i soli altri tre attori in campo/set: Michael Neuenschwander, il marito della protagonista, Mia Skrbinac, l’amante del marito, e Linda Mastrocola, la piccola Lucy.

 

scena

Parlami di Lucy (2015): scena

Antonia Liskova

Parlami di Lucy (2015): Antonia Liskova

 

Inconfondibili, spiccano svettando le barriere coralline triassiche delle Dolomiti di Brenta.

E per letto una pietraia alpina.

Il film è liberamente disponibile sul catalogo di RaiPlayhttps://www.raiplay.it/programmi/parlamidilucy.

* * ¾ - 5.5    

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