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I nostri mariti

Regia di Luigi Zampa, Dino Risi, Luigi Filippo D'Amico vedi scheda film

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La recensione su I nostri mariti

di jonas
6 stelle

Tre episodi che girano intorno al tema della virilità minacciata. 1 (d’Amico) Una moglie mostra una sempre più spiccata tendenza a comportarsi da uomo, con grave disappunto del marito. 2 (Zampa) Un impiegato della curia vescovile, per entrare in possesso della cospicua eredità lasciata dalla zia della moglie, deve procreare ma non ci riesce. 3 (Risi) Un carabiniere in borghese insidia la moglie di un gelosissimo rapinatore allo scopo di stanarlo dal suo rifugio. Per la sua epoca doveva essere quasi un film d’avanguardia, con argomenti che risentono della rivoluzione sessuale alle porte (operazioni chirurgiche per cambiare sesso, ansia da prestazione); visto oggi fa un effetto curioso, perché presenta come stravaganze situazioni ormai entrate nella normalità (un uomo che svolge lavori casalinghi, una donna che lavora). Insomma, vale più come documento antropologico che come film: a suo modo testimonia la confusione di ruoli fra i sessi e il disorientamento di persone ancora attaccate alle regole sociali ricevute dai padri. Il primo episodio è il più moderno, almeno esteriormente; il secondo ha un soggetto da pochade, e in fondo è quello meno legato a un preciso periodo storico; il terzo ha un’ambientazione pasoliniana ma uno sviluppo inaspettatamente elegiaco, peraltro ribaltato da un finale beffardo.

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