Regia di Dan Trachtenberg vedi scheda film
Altra Apocalisse, seppur (quasi) da camera. Pare che il Cinema (e le serie TV) non brillino di ottimismo, sul nostro futuro. L'esordiente Trachtenberg ha a disposizione 15 milioni di dollari di budget, (complimenti), e li spende tutti per ingaggiare il grande John Goodman, vero motivo per cui guardare questo film. John è un "survivalista", ovvero un tizio che si prepara alla fine del mondo, in un bel bunker antiatomico, di tutte le cose agghindato, compreso un juke box con la musica degli anni sessanta. Intrappola (o salva, dipende dai punti di vista) con lui, due persone: un vicino di casa e una ragazza portata colà dopo averla salvata da un incidente stradale da lui causato: fuori, il mondo pare essere imploso o esploso, l'umanità scomparsa. "10 Cloverfield Lane" si sviluppa, quindi, negli angusti spazi del rifugio, nel rimbalzo velenoso delle psicologie dei tre personaggi, che scatenano un bel thriller psicologico, non privo di suspense e di qualche bel momento. Goodman, per una volta, fa il cattivo, l'uomo dal passato misterioso, che i due compari di sventura o di "galera", non riescono a decifrare. Fuori, rumori di esplosioni, piccoli terremoti, mistero. Fino a quando il film si regge sul filo teso del gioco psicologico nel claustrofobico ambiente sotterraneo, funziona piuttosto bene, ma è un peccato che negli ultimi venti minuti si perda in un finale abbastanza imbarazzante, per i miei gusti, che svela troppo, facendo crollare tutta l'architettura filmica precedente, seppure, in certi punti, manchi di credibilità. Quello che ne esce, è un film decente, senz'altro, fatto apposta per le sale estive italiane, se mai uscirà, che tiene i piedi in vari generi, dall'horror alla fantascienza, tanto per non scontentare nessuno. Esattamente, credo, quello che volevano cercare di fare: operazione riuscita, direi. Discreto.
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