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La vita possibile

Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

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La recensione su La vita possibile

di mc 5
6 stelle

Questo film non ha avuto quel minimo di visibilità e successo che meritava, passando quasi inosservato, e a questo aggiungiamo che la critica ha nicchiato nel giudicarlo. Sì, per certi versi è un po' minimale e inconcludente, privo in buona parte di capacità di sintesi, tuttavia a me è piaciuto non poco per qulla sua atmosfera intima, discreta e raccolta, potremmo quasi dire che se fossimo in America sarebbe un film da Sundance (e chi mi conosce sa che -fatto da me che nutro stima e rispetto per Redford e il suo festival-questo suona inequivocabilmente come un complimento. Su tutta la pellicola, posta una tensione che aleggia sempre ed è relativa ad un matrimonio naufragato di cui vediamo tristi -e violenti- indizi in un incipit in cui un marito sciagurato picchia la moglie sotto il casuale sguardo del figlio tredicenne, ecco -stavo dicendo- posto che questa triste sequenza rimarrà negli occhi e nella mente dello spettatore, tutto quel che viene dopo -fatti salvi episodi vari che ci conducono verso un sereno epilogo- diciamo che il film procede senza significativi colpi di scena, mantenendo un clima generale che non conosce scossoni. E questo favorisce qua e là il rischio che emergano momenti di noia, ma personalmente non mi è capitato perchè ho vissuto la vicenda con grande partecipazione il che mi è stato d'aiuto nella visione. Dunque dicevamo di un marito violento, precisamente a Roma. Allora la moglie e il figlio 13enne lasciano di corsa la capitale dirigendosi verso Torino, dove la protagonista può contare su un appartamento in condivisione con un'amica. Ma a Torino la vita per due persone praticamente sole e senza legami non è facile, in particolare per il ragazzo che prpoprio non ce la fa ad ambientarsi. E trova rifugio in due persone che -almeno teoricamente- con lui e col suo mondo non c'entrano per nulla. Un francese titolare di una trattoria e con un passato condizionato da un grave incidente d'auto, e poi una giovane prostituta dell'est che col ragazzino stringe un rapporto piuttosto singolare. L'epilogo del film a mio avviso poteva esser piu' "complesso" e l'ho trovato troppo tagliato quasi di netto per andare velocemente incontro ad un finale di speranza che è poi in sostanza un "lieto fine". Protagonisti assoluti una magnifica Margherita Buy, che impersona -abbandonando alle spalle la sua galleria di mogli cornificate e nevrotiche- una donna in forte crisi che lotta come una leonessa per non farsi abbattere da un destino avverso. Poi subito dopo viene il giovanissimo Andrea Pittorino, davvero molto bravo. Poi abbiamo una discreta Valeria Golino. E ancora Bruno Todeschini nel ruolo dell'oste francese dal passato burrascoso e infine la bellissima Caterina Shulha nel ruolo della prostituta dell'est. Il film non è affatto perfetto ma si lascia vedere volentieri, non privo di difetti ma sufficientemente gradevole.

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