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Benvenuti in casa Gori

Regia di Alessandro Benvenuti vedi scheda film

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La recensione su Benvenuti in casa Gori

di maghella
8 stelle

La famiglia Gori si riunisce per il pranzo di natale a casa di Adele e Gino Gori, con il nonno Annibale (babbo di Adele e Bruna) infermo sulla sedia a rotelle, il figliolo Danilo la sua fidanzata Cinzia...Seguono la sorella di Adele, Bruna con il marito e la figlia Serena con il marito Lapo e la piccola bambina di 2 anni che sa dire solo "otto". L'elenco di tutti i personaggi è doveroso, perchè ognuno è una macchietta ben distinta e ben disegnata da Alessandro Benvenuti, che per lui si ritaglia il personaggio di Lapo. Dall'inizio alla fine, da quando i personaggi si presentano con i loro caratteri, le piccolezze, le ipocresie e le piccole cattiverie che animano la vita di questa famiglia, la macchina da presa segue teatralmente (infatti il soggetto è teatrale, di Ugo Chiti) le vicende dall'antipasto dei crostini fino allo spumante con il panettone. Il suocero odiato tanto da Gino, la malattia di Adele che aleggia come uno spettro durante tutto il pranzo, la frustrazione di Bruna, insoddisfatta dalla vita e dal marito, la gravidanza celata di Cinzia, che trova il coraggio durante la portata del pollo di svelare, la perversione di Lapo per i filmini pornografici, venuta fuori per uno scambio di cassetta confusa proprio con quella del matrimonio, e infine il finale commuovente, con il nonno Annibale, che racconta al suo paio di scarpe la sua ultima storia, finalmente circondato dall'affetto sincero della sua famiglia, riunitasi stavolta per un ultimo saluto. Divertente la vicenda parallela dell'avventura di droga ed eccessi avuta da Danilo la sera precedente, che non avendo smaltito gli acidi presi, continua ad avere flash dovuti alle droghe non ancora smaltite. Durante il pranzo, le scene vengono scandite dalle portate, e la macchina da presa si trova al centro della tavola, girando tra le forchette dei commensali, diventa la portata lei stessa, le vicende della famiglia tra risate, battute, cattiverie, malori, segreti svelati scivolano via in maniera divertente, con tutta una sequenza di battute toscane, in un dialetto prettamente pratese, con una cadenza spiccata che da alla storia un tocco realistico molto vivo. Un "Natale in casa Cupiello" alla toscana, più irriverente e meno profondo, naturalmente, ma che ben racconta il carattere toscano di affrontare certe questioni e anche le festività natalizie. Bravissimo Carlo Monni nella parte di Gino, che lotta con il puntale dell'albero di natale "accidenti a tutti i cinesi e chi li ha inventati" dice riferendosi alle istruzioni del complicato oggetto, e Adele "Ci sono più puntali in questa casa che cristi sulla croce" a rispondere alla solita routine del cambio di puntale natalizio annuale. Piccole vicende, molto comuni, che mi sentono molto vicina a un modo tutto toscano di vivere e sentire certe storie.

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