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Slam - Tutto per una ragazza

Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film

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La recensione su Slam - Tutto per una ragazza

di supadany
6 stelle

Tff 34 – Festa Mobile.

Slam o la maledizione del sedicesimo anno di vita.

In Italia si faranno pure sempre meno figli, ma di recente al cinema l’argomento sembra proprio essere in voga, così che, dopo il veneziano Piuma, ecco spuntare al Torino Film Festival Slam – Tutto per una ragazza, terzo lungometraggio di Andrea Molaioli.

L’autore, parsimonioso se si considera che è solo alla terza regia in nove anni, conferma così di sapersi adattare a tutte le stagioni, pur rimanendo piuttosto distante dal condurre in porto una commedia considerabile come d’annata.

Il sedicenne Samuele (Ludovico Tersigni) passa il suo tempo con gli amici e la passione per lo skateboard, dovendo fare i conti con sua madre Antonella (Jasmine Trinca) da tempo separata da Valerio (Luca Marinelli).

Di punto in bianco, conosce Alice (Barbara Ramella) e incontra l’amore; tutto cambia, ma alla loro età il tempo complica ancor di più le cose, tanto più che per i due giovani il fato ha in serbo una sorpresa che cambierà loro la vita.

 

Ludovico Tersigni, Barbara Ramella

Slam - Tutto per una ragazza (2016): Ludovico Tersigni, Barbara Ramella

 

Da un romanzo di Nick Hornby, con un personaggio come Tony Hawk a fare da spirito guida e voce over; già queste due connotazioni inducono a presupporre che Slam, nel gergo utilizzato per sostituire termini come sbattere, scaraventare e lanciare, possa rivelare una propria personalità e infatti, pur con determinati limiti, porta qualche soffio d’aria estraneo alla routine.  

Possiede una bella energia, partendo dall’introduzione ripresa ad altezza skate, e si addentra nell’universo adolescenziale senza sovrastrutture particolari, cercando aderenza e semplicità d’ingaggio, tra gli intoppi e gli entusiasmi, appoggiandosi di tanto in tanto a una spalla, vedi un amico fulminato che non arriverebbe a identificare il risultato di 2+2, per deviazioni ironiche e ad adulti precoci che in fondo sono le mosche bianche di una società che, alla soglia dei trent’anni, usualmente vede altri progetti ad affollare i pensieri.

Vi è quindi uno sguardo vivace che non vuole insegnare/imporre nulla, che negli errori sguazza per poi andare comunque avanti, un clima sbarazzino ma non per questo esente dal confrontarsi con ostacoli e punti di vista tra loro in dicotomia, anche accesa.    

Un processo che si avvale di dialoghi, almeno a volte, fin troppo spigliati per le nostre abitudini comiche attuali, e ciò è salutare, per raccontare il percorso di due giovani lei e lui, scandito come se due pesi contrapposti si spostassero l’uno verso l’altro, arrivando a scambiarsi la posizione al termine di un tragitto lungo il quale il vero incontro di totale simbiosi occupa solo un parziale lasso temporale, ricordando come solo in rare occasioni sia concesso di essere realmente felici e completi.

Inoltre, ad arricchire la struttura della narrazione, sono inseriti salti in avanti, tra sogno, fantasia e conoscenza a posteriori, con gli automatismi che nella seconda parte entrano maggiormente in difficoltà, ancor più accentuate nel dramma, pur mantenendo una difesa dignitosa, e sul finale quando pare aver speso tutte le cartucce migliori (e da un pezzo).

Per il resto, vista l’origine del soggetto, abbondano le scelte musicali di origine anglofona, ad esempio ritroviamo l’immancabile Where is my mind dei Pixies, mentre nel cast i giovani Ludovico Tersigni e Barbara Ramella non sfigurano, pur senza far intravedere dei talenti fuori categoria, e i veterani sono un bel plus, con il sarcasmo purissimo elargito da Luca Marinelli che, insieme a Jasmine Trinca, a suo agio sempre e comunque, va a comporre una coppia scoppiata di giovanissimi genitori, in piena sintonia con la libertà di costume e una leggerezza in zona superficialità, ma anche felicità per le piccole cose.

Alla fine, Slam – Tutto per una ragazza non farà tanta strada, ma ha il coraggio di non rimanere a sollazzarsi nella stagnazione giovanile che tanto cinema propone, cercando di capire - i giovani e gli adulti intorno ai 30/35 anni - e di farsi capire - dal pubblico - mostrando dinamismo e volontà senza lucrare eccessivamente su ciò che riesce a far funzionare a memoria.

Acceso e discontinuo.

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