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Colpo gobbo all'italiana

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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La recensione su Colpo gobbo all'italiana

di Baliverna
7 stelle

Prima di diventare sadico e sanguinario, Fulci era un tenerone. Vedere per credere.

Mi ha abbastanza stupito questa pellicola diretta da colui che chiamo “il sadico” o “il truculento”. Finora, infatti, di Lucio Fulci mi piaceva solo “Sette note in nero”, proprio perché è un bel giallo psicologico, con elementi preternaturali. Ma tutti gli altri film del regista sono riuscito solo ad iniziarli, per poi abbandonarli poco dopo, schifato.

Questo “Colpo gobbo”, invece, è proprio piacevole, spesso grazie al suo lieve umorismo venato di ironia, parodistico ma con misura e bonomia, molto vario e ricco di personaggi ben caratterizzati. I numerosi attori stanno al gioco, e trovano il giusto registro di comicità lieve, quasi di umorismo inglese. Non vanno mai sopra le righe, né fanno i buffoni. Si sorride quindi spesso, e quasi tutti i personaggi si guadagnano un po' della nostra simpatia. Solo una sequenza mi ha fatto ridere davvero: il ladruncolo di portafogli del tipo “dentro e fuori di prigione”, che per una volta cerca di farsi arrestare apposta, senza riuscirci, pur rubando anche davanti alle guardie....

Mario Carotenuto è qui al suo meglio: il film doveva proprio sentirlo, essendo lui l'autore del soggetto. Il suo personaggio di ex-scassinatore, che è uscito dal giro (beh, dai, quasi), e si è fatto una posizione, è misurato e divertente.

Sia Carotenuto che il caratterista del “tartaglia” li ho visti in diversi film infimi dei sciagurati (per il cinema italiano) anni '70, ma qui dimostrano di cavarsela bene, se solo hanno un regista degno di questo nome e una sceneggiatura intelligente. Per il resto, vediamo molti nomi più o meno noti, giovani e meno giovani, che non ha senso elencare. Ma lo spirito di corpo tra loro, come di un'allegra brigata, è palpabile. Forse merita menzione la particina di Gino Bramieri, il barzellettiere d'Italia, nel ruolo di un gonzo ladruncolo milanese.

Comunque, quanto ai detrattori di questo film, bisogna far attenzione a parlar troppo male della regia di Fulci: ho visto diversi carrelli e qualche gru niente male, oltre alla buona direzione dei diversi personaggi spesso in scena. Neppure questo mi aspettavo.

Qualche parentela con “I soliti ignoti” c'è, è ovvio, ma solo quanto ai personaggi: ladroncelli scalcinati, non cattivi e pieni di problemi a casa.

Per il resto, lo definisco un film riuscito, nonostante qualche incertezza qua e là, ma quando il prodotto stupisce in positivo, è facile dimenticare i piccoli difetti.

È probabile che me lo riguardi un giorno, mentre non riguarderò mai più film come “L'aldilà – e tu vivrai nel terrore”.

 

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