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Mademoiselle

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su Mademoiselle

di Leman
10 stelle

Esistono film che sembrano classici non appena iniziano. Film che ti fanno ricordare il sapore del cinema puro. Mademoiselle di Park Chan-wook è uno di questi. Un film che si può descrivere con una sola parola: “perfezione”.

locandina

Mademoiselle (2016): locandina

Svelare qualsiasi dettaglio della trama di questo film sarebbe un atto irrispettoso verso chi non ha ancora potuto visionarlo, in quanto il capolavoro di Park Chan-wook è una sorpresa dietro l’altra, sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista di come questa storia è messa in scena. Una struttura narrativa talmente articolata e complessa nella sua semplicità da lasciare lo spettatore attaccato allo schermo per tutte le sue quasi tre ore di durata. Tre sono le parti in cui il film è suddiviso, così come tre sono i punti di vista con cui esso ci viene narrato e tre sono gli inganni che ci verranno svelati nel corso della pellicola. Un film cattivo e controverso ma allo stesso tempo emozionante e delicato. Il regista riesce a mischiare il dramma, la commedia, l’erotismo, il thriller e tanti altri generi con una grazia e una perfezione visiva che lasciano assolutamente sbalorditi. Questo piccolo uomo coreano molto talentuoso e molto arrabbiato con il mondo che lo circonda si dimostra ancora una volta uno dei migliori registi del ventunesimo secolo. Ma ora cercherò di illustravi i motivi per i quali ritengo Mademoiselle (Agassi in lingua originale) un film da vedere ad ogni costo.

 

Min-hee Kim, Jung-woo Ha

Mademoiselle (2016): Min-hee Kim, Jung-woo Ha

Non si può parlare del film senza citare il lato tecnico prima di tutto. La prima cosa che salta subito all’occhio è la fotografia. Ogni immagine è un quadro che meriterebbe di essere appeso in un museo e ogni colore brilla di luce propria. Il modo in cui i volti riflettono la luce lascia meravigliati, così come l’uso a tratti poetico di luci naturali nelle scene ambientate in esterni. Ogni scena è perfetta da quel punto di vista, ma non stiamo parlando di una perfezione fredda o fin troppo curata, ma di una perfezione poetica che ti fa sembrare più vera la storia che il regista cerca di raccontarti. La colonna sonora accompagna il film con la giusta carica e riesce a non essere mai troppo presente o irritante.

Gli attori svolgono un ruolo fondamentale nella riuscita del film e sono talmente naturali da aiutarci ancora di più ad immedesimarci nei personaggi. Il piatto forte resta ovviamente la regia di Park Chan-wook, che gira il film con assoluta eleganza e compostezza, stavolta non concedendosi mai gli eccessi di alcune sue precedenti produzioni. L’erotismo svolge un ruolo fondamentale in un film come questo e in mano a qualunque altro regista sarebbe stato più probabile il rischio di girare scene di erotismo volgari e gratuite. Invece in mano a questo regista le scene erotiche (alcune particolarmente spinte) raggiungono una dimensione romantica e per nulla volgare, dove l'erotismo diventa solo una scusante per mostrare l’amore tra due donne e per lanciare una critica a chi non avrebbe alzato nessuna polemica se al loro posto ci fossero stati un uomo e una donna, cosa che invece purtroppo è successa. 

 

Jin-woong Jo

Mademoiselle (2016): Jin-woong Jo

Ma il film non è solo un thriller erotico a favore dell’amore tra persone dello stesso sesso. È anche una manifestazione di odio nei confronti della misoginia e della violenza nei confronti delle donne. L’Uomo nel film è rappresentato come grezzo e perverso, però non in quanto uomo, ma in quanto essere misero che pretende di avere il controllo sulla donna e sui suoi comportamenti. Perché il crimine compiuto dall’uomo non è mai la violenza in se, ma la totale indifferenza nei confronti della sofferenza della donna, che in una società così maschilista ed egoista viene considerata alla stregua di un oggetto. Le due figure maschili del film sono entrambe rivoltanti, in particolar modo lo zio di una delle due protagoniste, che prova palesemente piacere nel sadismo e nel sentirsi superiore rispetto a chi non può difendersi dalle sue angherie. Il concilio di uomini che si fanno raccontare da una delle protagoniste delle storie erotiche basate sul sadismo e sulla potenza fisica dell’uomo è una rappresentazione umoristica e allo stesso tempo tristemente realistica della realtà. L’unico uomo vero in mezzo a tutti loro è il personaggio che balbetta, che infatti dimostra in pochi minuti sullo schermo più sensibilità e rispetto verso le donne di tutti gli altri personaggi maschili del film.

La pellicola rappresenta quindi un atto di rivalsa della donna, che non è forte in quanto determinata o superiore all’uomo come molti film hollywoodiani ci fanno credere, ma è forte in quanto conscia di poter controllare l’uomo facendogli pure credere che in verità sia lui e controllare lei. 

 

Tae Ri Kim, Min-hee Kim

Mademoiselle (2016): Tae Ri Kim, Min-hee Kim

Il film però non gira solo intorno all’erotismo, ma anche intorno al denaro e al desiderio di conquistare un ruolo sempre più alto nella società. Soprattutto in una società chiusa come quella della Corea degli anni ‘30 dove è ambientato il film, il regista ci fa capire che l’unica cosa a cui le persone penseranno saranno solo i soldi. Ogni atto o decisione compiuta da tutti i personaggi è fatta in base alla possibilità di ricavarci un riconoscimento personale da quell’azione. Perché nella ricerca di premi o soddisfazioni puramente egoistiche ciò che conta saranno sempre i propri bisogni e ciò porterà sempre a infischiarsene se altri soffriranno a causa di quelle azioni. 

O almeno fino a che non entra in campo un altro aspetto fondamentale, ovvero l’amore. Nel momento in cui questo aspetto entra nella storia il fulcro delle due protagoniste femminili si sposta dal puro guadagno personale e si tramuta in qualcosa di più puro e umano. Il regista ci invita quindi a prediligere l’affetto e l’onestà e a denigrare la falsità e l’egoismo.

Il denaro si ricollega inoltre al bisogno egoistico di cui abbiamo parlato prima e alla necessità di sentirsi superiori agli altri, in quanto la possibilità economica di soddisfare i propri pensieri malati riesce con molta facilità anche a mascherare l’impotenza di cui l’uomo spesso si vergogna. C’è una scena del film dove questi simboli di sadismo e di falsità vengono distrutti dalle protagoniste e ovviamente lo spettatore non può che uscire soddisfatto da ciò. 

 

Min-hee Kim, Tae Ri Kim

Mademoiselle (2016): Min-hee Kim, Tae Ri Kim

Il film parla anche della diversità dei punti di vista e di come qualsiasi storia se raccontata con qualche dettaglio in più cambia completamente la percezione che lo spettatore ha di essa. Il cinema è la rappresentazione più veritiera di questo concetto, in quanto tutto è in mano ad un regista che può alterare la percezione della pellicola semplicemente cambiando piccolissimi dettagli. Qualunque film se messo in scena con una regia o un montaggio diverso cambiano completamente il pensiero che abbiamo di esso. Il regista molte volte ripropone le stesse scene, ma cambiando sempre inquadratura e aggiungendo sempre qualche dettaglio in più. Cose apparentemente futili come i motivi dietro a gesti compiuti dai personaggi o primi piani sui loro volti che prima non c’erano raccontano più di quanto si possa credere. Riguardare il film dopo la prima visione appare ancora più appagante in quanto permette di ricollegare tutti i pezzi del puzzle e di godere ancora di più dell’intreccio e delle numerose trovate attraverso cui il regista cambia la nostra percezione degli eventi. Quando finalmente tutti i pezzi del puzzle cominciano a combaciare e tutta la struttura narrativa appare chiara allo spettatore, l’unico rimpianto è che il film non duri di più. Perché quando ti trovi davanti a film costruiti in maniera così magistrale e così originale, cominci a sperare realmente che non finiscano più.

 

Tae Ri Kim

Mademoiselle (2016): Tae Ri Kim

Dopo tre anni Mademoiselle è finalmente arrivato nelle sale italiane e invito chiunque ne abbia la possibilità ad andarlo a vedere. Ci vuole ovviamente una certa cultura per sapere apprezzare pienamente un’opera così complessa, ma nel caso vogliate semplicemente godervi una bella storia, il film funziona in modo perfetto anche da quel punto di vista. Guardatelo e riguardatelo fino a che non ne sarete sazi, perché di film del genere non ne escono spesso.

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