Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Virgina,1958. Richard Loving è un normale muratore che si innamora di Mildred, una donna afroamericana. Poco tempo dopo i due si recano a Washington per unirsi in matrimonio. Ovviamente le leggi dello Stato della Virginia segregazionista al tempo questo non lo permettevano, e appena i due vi fanno ritorno vengono prontamente arrestati. Da lì in poi inizierà una lunghissima ed estenuante battaglia legale che solo 11 anni dopo vedrà la vittoria dei Loving alla Corte Suprema degli Stati Uniti, cambiando di fatto anche la Costituzione.
Non c'è niente da fare Jeff Nichols è uno di quei giovani registi (un altro è indubbiamente Pablo Larrain) che sa come si raccontano le storie anche quando virano molto sul sentimentale, senza mai "ungerle" di quella glassa melensa e strappalacrime e riuscendo sempre a privarle di quella odiosa retorica che questo genere facilmente indurrebbe. Lascia sempre che sia lo spettatore a farsi una propria idea su quello che ha visto, seguendo sempre le basi fondanti del Cinema di impegno civile.
Joel Edgerton in una prova monstre, quel suo rendere il personaggio, Richard Loving, così schivo, vero, reale e dubbioso di tutto e tutti, lascia davvero il segno; lui non si concede mai a nessuno, se non a sua moglie Mildred Loving, l'attrice etiope Ruth Negga, che personalmente non conoscevo ed è stata una bella sorpresa.
Piccolo cameo per Michael Shannon, ospite fisso nei film di Nichols.
"American Stories"
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