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The Conjuring: Il caso Enfield

Regia di James Wan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Conjuring: Il caso Enfield

di ilcausticocinefilo
3 stelle

Dopo lo spin-off dedicato alla bamboletta demoniaca (Annabelle), il “Conjuring Universe” ritorna al fi­lone principale, quello omonimo, con questo secondo film, ancora una volta diretto da Wan, stranamen­te apprezzato da una buonaparte della critica nonostante la sua congenita mancanza di originalità (que­stione sulla quale, quando è il regista australiano ad essere coinvolto, si tende un po’ troppo a sorvolare, o meglio a non considerare un demerito) e le frequenti insulsaggini che propone (le quali raggiungono un livello di ridicolo tale da far sembrare il precedente film, L’evocazione – The Conjuring, un capolavoro di genere).

 

 

locandina

The Conjuring - Il caso Enfield (2016): locandina

 

 

La regia è sempre buona, professionale, e il film è del resto “ben confeziona­to” (e ci mancherebbe, visto il budget), ma ciò non fornisce alcuna sorta di “consolazione” e non pone in alcun modo rimedio alla sostanziale illogicità del tutto, ad una trama che fa acqua da tutte le parti e non si preoccupa neppure di nasconderlo

(ATTENZIONE, SPOILER: diversi sono, infatti, gli avvenimenti e i risvolti “sorprendenti”: i geniali sceneggiatori, tanto per cominciare, si sono inventati un’entità demoniaca, a quanto sembra pure “potentissima”, talmente poco brillante da essere completamente incapace di concepire un piano migliore per uccidere Ed Warren che non sia quello di tentare maldestramente di farlo precipita­re da una finestra sperando che finisca poi “impalato” su un tronco appuntito opportunamente creato [e sempre tal­mente lungimirante dal rivelare, vai a sapere perché, alla moglie di colui il quale starebbe tentando di uccidere il suo “nome demoniaco”, ovvero, pare, il suo unico punto debo­le]; ma c’è di più: se lo scopo di Valak il demone è effettivamente quello di eliminare due potenziali minacce, ovvero i due “investigatori del paranormale”, perché diavolo sceglie come metodo quello di “infestare” una casa dall’altra parte del mondo senza avere neppure la certezza che i due finiscano per occuparsi del caso, per poi cercare addirittura di mandarli via una volta che finalmente sono arrivati, fa­cendo sembrare tutto una messinscena della bambina? E com’è possibile che, essendo “occupato” con la famiglia Hodgson, sia presente anche all’interno dell’abitazione dei Warren, spaventando a morte Lorraine? [tra l’altro, scegliendo come metodo di spavento quello di far comparire due mani dal retro di un quadro…] A nessuna di queste ed altre macroscopiche insensatezze viene posto argine col finale, e andare avanti nell’elenco costituirebbe solo un perverso esercizio in detrimento dell’intelligenza del let­tore FINE SPOILER).

 

 

Patrick Wilson, Vera Farmiga, Frances O'Connor, Simon McBurney

The Conjuring - Il caso Enfield (2016): Patrick Wilson, Vera Farmiga, Frances O'Connor, Simon McBurney

 

 

E come se tutto ciò non bastasse, il film persiste e insiste con “profonde” pseudo-riflessioni esistenziali e teologiche, cercando di far passare un messaggio per il quale, grazie alla religione, non solo si può sconfiggere il Male, ma è inoltre possibile fornire risposte convincenti all’ignoto, a ciò che la scienza non è ancora riuscita (e, forse, in taluni casi non riuscirà mai) a spiegare

(SEMI-SPOILER[per quel che è possibile spoilerare in film di tal fatta, s’intende]: per poi mostrare, all’interno della narrazione, come il grande e superiore discernimento della materia da parte della reli­gione stessa, nelle persone dei due investigatori, consista banalmente nel far spuntare ogni due per tre un crocifisso che, magicamente, quando si tratta di quello in possesso di Ed sortisce l’effetto di far “ri­trarre” il “Male”, mentre quando si tratta di quello di chiunque altro, ecco che come strumento di difesa finisce per rivelarsi comicamente inefficace [come dimostra la scena nella quale il demone imbastisce un bello spettacolo ruotando tutti i crocifissi di cui è tappezzata una stanza, non provando il minimo fa­stidio nel farlo]; e anche dopo questa scena, il film comunque insiste e nel finale ri­vela come basti far spuntare [e ti pareva] un crocifisso, recitare una messa [ovviamente] in latino, sbraitare il nome oppor­tunamente rivela­to del demone et voilà!, il Male venga estirpato FINE SEMI-SPOILER).

 

 

Vera Farmiga

The Conjuring - Il caso Enfield (2016): Vera Farmiga

 

 

La durata, poi, rivela un’estrema auto-indulgenza, e difatti il film su­bisce un drastico calo di tensione nella secon­da parte (in maniera del tutto similare al suo predecessore del 2013).

Arrivati a questo punto, la consape­volezza che per scrivere una simile pacchianata ci siano voluti ben quattro sceneggiatori, diventa infor­mazione suscettibile di facile ironia.

Ottima, comunque, la fotografia di Burgess e come sempre buo­ne le interpretazioni degli attori.

 

E prevedibile il fatto che il film si sarebbe rivelato un nuovo, straordina­rio successo (aspettative non tradite, considerando il fatto che ha incassato ben 320 milioni a fronte di un budget di 40). Cosa che però, tragicamente, ha impresso un’ulteriore accelerazione al fran­chise, con solo questo film che, oltre all’ovvio sequel, ha generato ben due spin-off: l'inguardabile The Nun (che ruota attorno alla figura del demone travestito da suora, le cui fattezze memori del look di Marilyn Manson rischiano di suscitare più ilarità che terrore) e The Crooked Man (concernente, invece, il perso­naggio dell’Uomo Storto dell’omonima filastrocca).

 

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