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Il nome della rosa

Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film

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La recensione su Il nome della rosa

di Furetto60
8 stelle

Tratto dal capolavoro letterario di Umberto Eco, è una buona trasposizione cinematografica.

Autunno 1327, tra le incantevoli Alpi, innevate, nel nord dell’Italia, giungono presso un maestoso e isolato monastero, Guglielmo Da Baskerville,frate francescano, ex inquisitore, teologo di fama, fine studioso e pensatore, insieme al novizio Adso da Melk, suo seguace fedele, che rinnegato il destino impostogli dal padre, barone al seguito dell’Imperatore, lo ha scelto come guida per il suo cammino spirituale. Guglielmo è stato invitato presso questa abbazia benedettina, per fungere da mediatore tra gli alti esponenti degli ordini religiosi e ricomporre la frattura fra papato e impero. Dopo il loro arrivo, l’abbazia viene sconvolta da una serie di morti inspiegabili. Comincia Adelmo apparentemente suicida poi anche altri,cosi Guglielmo su mandato dell’Abate Abbone, è costretto a riprendere il suo ruolo di inquisitore, che aveva abiurato ed indagare sull’identità e sul movente del misterioso assassino seriale, tuttavia non tutti i monaci gradiscono il suo intervento, Malachia e il suo vice Berengario, entrambi feroci custodi dei segreti del ricco patrimonio letterario, tenuto gelosamente nascosto a chiunque, fanno di tutto per osteggiare il saggio francescano e dissuaderlo dalle sue indagini. Sul posto sono presenti anche degli infiltrati sopravvissuti all’eccidio, ad opera dell’inquisitore sanguinario Gui, appartenenti alla setta dei Dulciniani, considerata eretica, che quindi diventano i principali indiziati. Nel frattempo Adso incontra una piacente contadina, che lo inizia ai piaceri del corpo, facendo vacillare la sua vocazione, ma che poi, non riuscirà ad allontanarlo dalla missione religiosa che si è dato. Guglielmo si convince che la soluzione del giallo si trova in alcuni testi molto antichi, cosi con il fedele Adso, riesce ad introdursi nella grande biblioteca, ove sono custoditi libri rari contenenti rivoluzionarie teorie greche e latine. Il frate, è entusiasta di poter appagare la sua sete di conoscenza, ma intanto la scia di omicidi non si ferma, vengono rinvenuti i cadaveri del vice bibliotecario Berengario, dello stesso erborista Severino, e del bibliotecario Malachia. Guglielmo è sicuro che, proprio in qualche libro,è racchiusa la chiave dei misteri. Ma quando sembra vicino a dipanare la matassa, gli eventi precipitano. L’Abate ha convocato anche l’inquisitore Bernardo Guy,l’invasato assassino, già autore della strage perpetrata ai danni del villaggio di Pietranera, che ritenendo in combutta col diavolo, sia Salvatore, un monaco deforme ,che una ragazza “facile” del villaggio ed infine anche il frate Remigio, li condanna al rogo, come eretici. Guglielmo affronta  Guy in ripetuti scontri dialettici, nei quali si fronteggiano, le loro opposte visioni della vita, peraltro il fine ultimo del brutale inquisitore è in sostanza lo smantellamento dell’ordine dei francescani, giudicati pericolosi e sovversivi, in quanto predicano e praticano la povertà, nel frattempo Guglielmo decide di penetrare nell’ala segreta della biblioteca, e li finalmente scopre l’arcano, grazie alla sua acuta intelligenza e alla sua tenacia. La sinossi si ferma qui per evitare sgradevoli spoiler. Libera trasposizione cinematografica di un romanzo di Umberto Eco estremamente complesso e intrigante, considerato un capolavoro letterario, che segnò il suo debutto come scrittore. Il nome della Rosa, uscito nel 1980, riuscì a coniugare felicemente la cultura accademica di alto profilo,con quella  più popolare, il libro ha diverse chiavi di lettura, infatti da una parte è un’accuratissima ricostruzione storica del Medioevo italiano con interessanti divagazioni di ordine filosofico, ma dall’altra si avvicina a una detective-story, con il gusto per il mistero e l’enigma degli omicidi. Nel 1986, solo sei anni dopo, quindi, il regista francese Jean-Jacques Annaud, portò il libro sul grande schermo. Ovviamente la trasposizione cinematografica è inevitabilmente riduttiva, non potendo essere completamente fedele ad un’opera cosi complessa, dalle tante sfaccettature e impossibile da riportare integralmente ed esaustivamente in due ore di film. Tuttavia il lavoro fu comunque proficuo e regalò al pubblico un film indimenticabile. Sean Connery nel ruolo del protagonista offrì una prestazione attoriale superlativa. E’ di questi giorni, la trasmissione delle serie tv, ripresa dal romanzo, con John Turturro nella parte di Guglielmo Da Baskerville

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