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Ascensore per il patibolo

Regia di Louis Malle vedi scheda film

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La recensione su Ascensore per il patibolo

di maso
8 stelle

Noir classico germogliato in piena nouvelle vogue dalla trama articolata e adeguatamente esposta che ancora oggi riesce ad agganciare lo spettatore fin dalle prime battute pronunciate dallo sgurdo perforante di Jean Moreau, moglie fatal imbarcata perdutamente del braccio destro del ricco marito con cui ha progettato un perfetto piano di eliminazione da treavestire come un suicidio.
Maurice Ronet nei panni del fascinoso amante mette in atto il piano con chirurgica precisione ma non si accorge di aver lasciato un indizio compromettente sulla scena del crimine tanto che noi che lo osserviamo in azione vorremmo gridarglielo   
proprio perchè la dimenticanza è evidente anche da molto lontano, tardivamente si accorge del lapsus cercando di recuperare ma incappa in un ascensore bloccato causando senza volerlo una reazione a catena che lo inguaierà non poco.
La bella intuizione sta nello sdoppiamento dei piani di azione che coinvolgono Ronet imprigionato fra i meandri dello stabile dove si è macchiato di un omicidio e i due ragazzi a zonzo con la sua auto che hanno i connotati di una mina vagante all'interno del film poichè ogni personaggio che ricopre i loro passi salta per aria o salta a conclusioni affrettate come la Moreau raminga nella notte parigina alla ricerca del suo amante misteriosamente evaporato e i poliziotti brancolanti nel buio o più precisamente nel noir dell'intricata successione degli avvenimenti accavallatisi nel gioco del destino.
Malle ha il polso fermo e muove i suoi personaggi come i pezzi degli scacchi sui riquadri dei frames con la Moreau regina nera in procinto di abbattere il suo re grazie all'intervento del cavaliere su di una decappottabile scura mentre la partita la giocano la fioraia ed il suo amico teppista, bianchi e candidi nel loro agire incosciente che li porta ad abbattere qualche pedone a sua volta nero come la coppia di tedeschi, fino all'intervento degli alfieri della giustizia interpretati con puntualità da due attori storici come Lino Ventura e Chales Denner capaci di alzare di una tacca il livello recitativo della pellicola un pochino basso nei ruoli di contorno e nei due giovani interpreti incappati nel tragico imprevisto dei due tedeschi in vacanza per eccessiva voglia di vivere.

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