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Lo straniero

Regia di Orson Welles vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo straniero

di fratellicapone
8 stelle

...un b/n splendido per un film senza tempo.

In una tranquilla e sonnacchiosa cittadina americana si nasconde Kindler un criminale di guerra tedesco che ha assunto l’identità falsa di Rankin uno stimato professore di liceo. Ma quella che sembrava una mimetizzazione perfetta presto si sgretola. Wilson, magistralmente interpretato da Edward G. Robinson, è un detective della commissione per punire i criminali di guerra che è sulle tracce di Kindler e per rintracciaro fa evadere un ufficiale subalterno di Kindler nel capo di sterminio. Questo ufficiale, tramite contatti con neonazisti, riesce a localizzare il suo superiore ma è pedinato da Wilson.

La trama si svolge tutta in pochi giorni dall’arrivo dei due nella cittadina. E’ il giorno del suo matrimonio con la figlia di un giudice della corte suprema, la famiglia più in vista del paese. Kindler si rende subito conto di non avere scampo e uccide il suo ex ufficiale nascondendone il cadavere nel bosco. Il film si avvita in un clima di tensione,violenza e sospetti. Ma Wilson riesce a tenere tutto sotto controllo. Alla fine Kindler morirà e la tranquillità tornerà a regnare nella cittadina.

Credo che sia un film sia un antesignao del clima di caccia al nemico nascosto in casa, che poi porterà al maccartismo. Il nemico è uno come noi ma, invece, è altro. Il più emblematico di questi film è L’invasione degli ultacorpi.

Qui, invece, Kindler anche se inserito nella comunità, autorevole insegnante, sotto sotto è sempre uno straniero e tale rimane anche nella sua mentalità che lo porterà a tradirsi quando afferma in una discussione che Marx non era tedesco ma ebreo.

Indimenticabile è il finale nella torre dell’orologio che Kindler ripara da sempre. Ormai in trappola verrà trafitto dalla spada di un angelo del meccanismo dell’orologio. Un buon film in uno splendido b/n con due grandi attori che si fronteggiano alla pari Edward G. Robinson e Orson Welles.

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