Regia di Laura Morante vedi scheda film
Laura Morante torna alla carica, dopo le piacevoli comparsate nelle commedie "Ogni maledetto Natale" e "Se Dio vuole", con un film a tratti piacevole, ma che non aggiunge nulla di nuovo a un genere già sviluppato. Nell'insieme, "Assolo" appare come un ulteriore prodotto umoristico dedicato quasi totalmente alle donne, ma che latita di un vero approfondimento delle tematiche e dei personaggi, piuttosto macchiettistici anche a lungo andare. La protagonista, Flavia, è il perno della pellicola e attorno a lei fluttuano tante piccole comparse della sua vita, abbozzate quanto basta a tirare in là con una trama che è più simile a una valanga di episodi e immagini. Attraverso la psicanalisi, Flavia (forse) riuscirà a colmare l'abisso che ha formato tra lei e le altre donne, viste sempre come superiori e spesso invidiate.
Nonostante un cast molto valido (un ottimo Gigio Alberti e un sempre valido Marco Giallini su tutti), il film non offre il mix di emozioni e risvolti psicologici che ci si attende. La Morante è brava come sempre, ma il suo personaggio pudico, demotivato e piagnucoloso è onnipresente e alla fine sfiancante, mentre le comparse finiscono con l'essere tali: maschere caratterizzate per fare da contorno/causa al dramma umano vissuto da una donna di mezza età sfibrata dalla vita. Lo svolgimento della trama sembra che punti più a creare gag per signore annoiate in serata libera che ridono alle spalle del marito rompiballe (il personaggio della Finocchiaro ne è l'esempio). Inoltre, la tiritera iniziale che tedia con dieci minuti di termini psicanalitici a cascata non aiuta molto a calarsi nella situazione, dopo il, secondo me, eccellente esordio ambientato in un inquietante sogno. Una scena ben girata e ben scritta che aveva alzato le aspettative, poi disilluse da un seguito che scade un po' nel già visto.
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