Regia di Fielder Cook vedi scheda film
E’ indubbiamente un western atipico, si vede un solo cinturone con la pistola in tutto il film. Ed è appeso al muro durante la partita di poker. Non si sente un solo sparo. Il vero protagonista è il poker, almeno non come tecnica ed attività ludica ma per tutte le istanze psicologiche che lo producono e lo rendono affascinante e di come possa condizionare le vite dei suoi giocatori fino alle estreme conseguenze, ben rappresentate nella sceneggiatura, che può contare su ottimi attori (strepitosi Henry fonda e la Joanne Hoodward) . Per gli anni sessanta questo film deve aver rappresentato un salto di qualità enorme, avendo rotto tutti gli stereotipi e gli schemi mentali sul western. Del resto non si può neppure dire che poteva essere ambientato anche in altri contesti ed epoche storiche, a seguire attentamente lo sviluppo della trama, che vi assicuro non è mai noiosa o con cali di tensione, lo si capisce perfettamente. Ricco di trovate, colpi di scena a ripetizione e personaggi più che interessanti e ben tratteggiati, pur essendo interamente centrato su una partita di poker a cadenza annuale con puntate stratosferiche per l’epoca, offre ancora adesso, a cinquant’anni di distanza, un’ora e mezza di divertente coinvolgimento. Appassionerà anche coloro che nono sono interessati al poker o al western, pare un’opera teatrale scritta con genialità e che trova sicuramente il modo di destare interessare e tenere desta l’attenzione, ben oltre quanto parrebbe da una impressione iniziale. Infatti il regista e gli autori hanno voluto dare l’impressione fosse tutto prevedibile e scontato per poi mirabilmente ribaltare i ruoli, con un sottile senso dello humour e del paradosso. Notevoli anche i dialoghi e l’apporto educativo e formativo che emerge soprattutto nel finale. Mirabile ad esempio il modo in cui uno dei giocatori gestisce e risolve il rapporto con il candidato genero, che mirava esclusivamente al suo patrimonio. Un film che sovrasta ancor oggi tutti i successivi che hanno affrontato l’argomento, o meglio “gli argomenti”, perché sono molteplici quelli che il film propone e padroneggia con maestria.
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