Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
la mafia uccide solo in estate era una favoletta ambientata nella Palermo ingabbiata dalla mafia, ma in realtà era sempicemnte un elenco di omidici con una storiella d'amore come collegamento. era un film con pesanti accenti di tenerezza quasi infantile, tipici del regista e del personaggio che si è costruito, che forse poteva essere salvato.
il questa seconda opera del regista si punta qualcosa di più sulla storia di finzione dei personaggi e si lascia come sfondo la voglia di raccontare i fatti veri della sicilia durante la guerra ma che ne hanno segnato la storia fino ai giorni d'oggi.
è giusto chiedersi: a chi si rivolge Pif? certo non a persone che hanno vissuto o studiato questo periodo storico, persona tra le quali umilmente mi inseriscono che sanno benissimo nomi e ruoli dei personaggi che nel secondo dopoguerra muoveranno i fili della politica nazionale, e quindi non possono che trovare questo film e i suoi rimandi ovvi, noiosetti e scontati (tratutti la citazione di Sindona finale). forse allora ai giovani, anzi giovanissimi, che rimando incantati per la storiella di amicizia e amore vengono coinvolti anche nella storia vera. "storia vera". forse è più corretto dire "accenni di fatti storici romanzati e del tutto abbozzati". Mi metto nei panni di chi non sa nulla della storia del nostro paese e guardando il film credo ne saprebbe ancora meno.
il Pif regista è migliorato in questo secondo film, bruttissima e infantile caduta di stile il duce appeso a testa in giù sui fili dei panni stesi per simboleggiare la fine della guerra, ma forse è giunto il momento di trovare sceneggiatori veri, con delle idee vere e che così possa cimentarsi con una trama complessa, e magari senza pretendere il ruolo da protagonista visto che la sua presenza limiterebbe molto la scelta di una storia.
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