Immagini in negativo, flussi stratificati e organizzati geometricamente, con ritagli di inquadrature che prendono vita e un sottofondo sonoro-rumoristico a incorniciare la caotica visione.
Uno dei primissimi lavori come regista realizzati da Paolo Gioli, artista visivo classe 1942 impegnato anche nella pittura e nella fotografia. Ma non meno nel cinema, che porterà avanti con furia sperimentale per lunghi decenni, disseminati di titoli emblematici (Traumatografo, Filmfinish, Immagini travolte dalla ruota di Duchamp...), in un costante lavoro di ricerca che può non appagare in termini di riconoscimenti di pubblico, ma che va comunque elogiato sul piano critico-artistico. Questo Immagini disturbate da un intenso parassita è come un flusso di coscienza visivo che dura quasi 38 minuti sovrapponendo scene su scene per la maggior parte in negativo, dando quindi un'idea di incubo a occhi aperti allo spettatore, privato di qualsiasi punto di riferimento narrativo, logico e perfino sonoro: la colonna sonora di Pier Farri è un tumultuoso sovrapporsi di rumori, suggestioni auditive e anche qualche musica. Sostanzialmente un film-tentativo, una dimostrazione, un esercizio da liquidare anzichè con il semplice termine 'incomprensibile', con il giro di parole 'in partenza destinato a non essere compreso'; di certo però una durata inferiore, anche non di poco, sarebbe bastata ugualmente. 5/10.
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