Cruising è uno dei film maledetti degli anni 80. Girato da Friedklin con mille problemi e pericoli (la comunità gay andò in rivolta, fu accusato di fascismo, fu minacciato di morte, fu boicottato da più parti, fu disturbato durante le riprese … ), la pellicola ha subito quei, ormai famosi, 40 minuti di taglio in fase di montaggio che ne hanno condizionato la qualità e la visione. Nel riguardarlo oggi (da noi è scandalosamente inedito in dvd-bluray) si riesce a percepire ancora di più la potenza e l’ambiguità del film e chissà cosa sarebbe stato con il suo minutaggio originale. Si è parlato anche di un Al Pacino sottotono quando il suo spaesamento è giustificato da quel mondo “alieno” con cui dovrà fare i conti, infiltrandosi per scoprire i terribili omicidi che avvengono nella comunità gay che frequenta locali “perduti” di New York, oscuri, sudati, sadomaso, fino a quando la sua personalità comincia a vacillare domandandosi quale sia la sua vera natura, umana e sessuale. Era finzione la vita vissuta accanto alla sua compagna ( la bellissima Karen Allen)?
Friedklin predicava calma e la predica tutt’ora sulle sue reali intenzioni di non voler dipingere negativamente quel mondo. Ho sempre pensato che stesse fingendo! E’ cinema di pura possessione.
Per chi non lo sapesse, il regista ha eliminato, nelle versioni del film uscite in home-video, l’inquadratura su di un muro che riportava la scritta: “Siamo ovunque”. Questa frase “d’invasione”, profetica per certi versi, abbinata a Friedklin, uno che ha girato L’esorcista, non può lasciare dubbi. Al Pacino è posseduto, è trasformato, è il nuovo male. E’ colui che si insinua nelle case alla luce del giorno e non più in loschi locali notturni (grandiosa la chiusura del film con quel primo piano).
Oggi farebbe più rumore di ieri, visto che viviamo in un periodo estremo di politicamente corretto, e film così ambigui non ne escono più.
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