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Fuggiasco

Regia di Carol Reed vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fuggiasco

di vermeverde
8 stelle

Odd Man Out (in Italia “Fuggiasco”) è un film del regista inglese Carol Reed, autore di ottimi film, diretto nel 1946.

La trama tigurda un capo (Johnny Mc Queen) di una cosiddetta “Organizzazione” (in realtà l’Irish Republican Army) che organizza ed esegue una rapina per finanziarne l’attività in una citta non nominata (ma trattasi di Belfast) e in una colluttazione è ferito da un uomo che viene poi ucciso. Durante la fuga cade dall’auto e i suoi compagni non riescono a recuperarlo per cui, sempre più debole per la ferita, vaga per la città cercando di sfuggire alla serrata ricerca della polizia, fino alla drammatica conclusione.

Fuggisco, visivamente e tecnicamente, è un film pregevole a cui il regista dà un ritmo incalzante, con un mntaggio serrato e inquadrature anche non convenionali, con la splendida fotogtafia in bianco e nero del grande Robert Krasker, e si avvale di eccellenti interpretazioni quale quella del protagonista James Mason (sofferente e angosciato), assai rinomata anche se un po’ monocorde a causa del soggetto; apprezzabili anche quelle di Kathleen Ryan (Kathleen, la ragazza di Johnny) e di F.J. McCormick (Shell),Cyril Cusack (Pat), Robert Newton (Lukey), Dennis O’Dea (Ispettore di polizia), W.G. Fay (Padre Tom).

Nonostante la vicenda riguardi l’attività clandestina di appartenenti all’IRA (peraltro mai nominata esplicitamente), non è un film politico, infatti nei titoli di tesata si afferma che la storia riguarda “…il conflitto nei cuori delle persone involontariamente coinvolte”; questo giustifica il fatto che (forse poco realisticamente) il protagonista entri in contatto con alquante persone: nonostante che qulacuno si prenda cura di lui, cercando di curargli la ferita, molti, invece, cercano di sfruttarlo a proprio egoistico vantaggio. È significativo il fatto che nessuno, però, gli offra asilo, temendo di essere in qualche modo coinvolto nella sua fuga e di pagarne le conseguenze, e vorrebbero che lui si costituisca. Gli unici che superano il proprio interesse sono il compagno che attira su di sé la polizia per consentirgli di scappare e la sua ragazza che ritiene che per lui sia più dignitoso e umano morire (e lei lo seguirebbe) piuttosto che essere catturato, processato e impiccato come un criminale.

Il senso del film è chiarito nel finale quando Johnny, delirando, ricorda le parole di padre Tom gli rivolse quano era suo studente: quand’anche una persona possedesse tutte le qualità morali e intellettuali, ma non avesse la carità, tali qualità non sarebbero nulla. Il tormento interiore di Johnny per l’uccisione di un uomo, il suo calvario morale e fisico e il fatto che nessun personaggio sia complemente dedito al bene o al male, unitamente al forte richiamo alla carità cristiana dimostrano già la sintonia del regista con i temi dello scrittore Graham Greene, dalle cui opere trarrà succesivamente spunto per tre film (Idolo infranto del 1948, il celebre Il terzo uomo del 1949 e  Il nostro agente all’Avana del 1959).

In complesso giudico Fuggiasco un film eccellente sicuramente non inferiore, se non addirittura migliore del successivo e più celebrato Il terzo uomo

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