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Ore disperate

Regia di Michael Cimino vedi scheda film

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La recensione su Ore disperate

di passo8mmridotto
8 stelle

Michael Cimino, dopo trentacinque anni, ha realizzato il remake dell'indimenticabile capolavoro di William Wyler, tratto da un romanzo di Joseph Hayes, ispirato a un fatto di cronaca che scosse gli animi degli americani.

Cimino affronta questa difficile trasposizione cinematografica con il suo consueto piglio caratteriale, spesso giudicato irruento, e costringe Mickey Rourke a recarsi nella prigione di San Quintino per compiere il tragitto effettuato da un ergastolano per evadere dal carcere, insieme a due altri loschi individui (suo fratello e un certo Kobish).

La storia è nota, Cimino non si discosta molto dall'originale di Wiler. L'evasione dal carcere di tre reclusi, Griffin (Rourke), con suo fratello e Kobish, culmina con la presa in ostaggio di una famiglia nella casa di Dan Hilliard, che viene costretto ad andare a procurare del denaro.

L'attesa è lunga, la tensione è alle stelle. Il fratello di Griffin decide di andarsene da solo e senza denaro, ma viene ucciso dalla polizia che nel frattempo ha circondato la casa. Kobish cade vittima di un cecchino, dopo il rientro di Hilliard con il denaro.

Griffin, ormai senza scampo, pur di non tornare in carcere si fà uccidere.

Inevitabile a questo punto raffrontare i due lavori di Cimino e Wiler, partendo ovviamente dalla certezza che viene da un fatto realmente accaduto, soprattutto sapendo che Cimino, al contrario di Wiler, scandaglia anche nella vita privata dei personaggi coinvolti nella triste vicenda.

Wiler pone in risalto il contrasto fra un caldo e sereno ambiente familiare e la solitudine del fuggitivo, braccato e inesorabilmente segnato dal destino.

La regia di Wiler non ha cali di tono, la suspence è assicurata anche dai dialoghi che non allentano mai la tensione narrativa. 

La fotografia è essenziale, i movimenti di macchina di Wiler sono sotto controllo e mai eccessivi, spesso indugiano su particolari apparentemente poco significativi dell'arredamento dell'abitazione, di tipica estrazione borghese.

Cimino, al contrario, imprime alla macchina da presa movimenti frenetici e si avvale di un montaggio che stordisce, specialmente nella prima parte.

E poi, sondando nell'ambito degli ostaggi costretti a sottostare alle pressanti e minacciose richieste dei criminali, Cimino evidenzia che il caldo e sereno ambiente di quella casa non esiste, il capo famiglia Hilliard in effetti non abita lì, ma convive con un'altra donna, quindi si presta al gioco di Griffin e compagni solo per cercare di salvare la vita alla sua ex moglie.

Quest'ultima, in ogni caso, è combattuta tra l'accettare i consigli del marito, o seguire le disposizioni di Griffin che la esorta a seguire le sue istruzioni per evitare una strage.

Cimino si è avvalso della presenza di grandi attori, oltre a Mickey Rourke: Anthony Hopkins, Mimi Rogers, Lindsay Crouse, Kelly Lynch.

Ma restano insuperati, nel film di Wiler, Humphrey Bogart (nel ruolo di Griffin) e Fredric March (Dan Hilliard).

Bogart

al suo penultimo film, e March in uno dei personaggi più riusciti della sua carriera. 

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