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I Magnifici Sette

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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La recensione su I Magnifici Sette

di alan smithee
5 stelle

Fuqua non è Sturges, che non è Kurosawa. Ma questo remake del remake si fa guardare: un The Avengers nel Far West con tanto di Occhio e Falco e la Vedova....rossa.

VENEZIA 73 - FUORI CONCORSO

C'è chi ha percorso distanze pazzesche correndo pericoli e rischi incredibili per raggiungere un Ovest arido ma ricco di terra ove stanziarsi e cercare di sopravvivere, e c'è chi, scoperto qualche granello d'oro, si convince che le terre dei coloni devono essere sue, al prezzo che decide lui, per poter scavare e portare alla luce tutto il resto dell'oro che sta sotto.

Per questo motivo gli abitanti di Rose Creek sono vessati da un ricco affarista che, senza mezze misure, li minaccia senza pietà inducendoli a sloggiare per pochi spiccioli, o a morire ammazzati dopo aver messo a ferro e fuoco il piccolo borgo.

La vedova di uno di coloro che tentava di ribellarsi al ricatto inaccettabile, assolda un cacciatore di taglie di nome Sam Chisolm, ed altri cinque pistoleri più un pellerossa, che decidono di unirsi per sfidare il potente latifondista, forte di un vero e proprio esercito di uomini, diretto verso la cittadna per espugnarla definitivamente e farla sua.

Sarà una vera e prpria guerra.

Antoine Fuqua, che per l'occasione ritrova, tra i tanti attori e personaggi coinvolti, la coppia del suo film più riuscito Training day (Washington/Hawke), è nel suo habitat nel doversi giostrare tra rappresentazione dei vari protagonisti, con ognuno il proprio passato, la propria abilità che lo rende "magnifico", e l'azione che si prepara nel duello tutto sparatorie che caratterizza almeno gli ultimi venti minuti della pellicola.

Non che ci sia alcuna profondità psicologica particolare in questi sette personaggi di pistoleri, lanciatori di coltelli o tiratori d'arco: ma è anche vero che Fuqua non è Sturges, che a sua volta non è Kurosawa.

Preso come un blockbuster come tanti, i Magnifici sette non regge bene come il piuttosto recente remake di Quel treno per Yuma, ma si rivela un onesto prodotto di intrattenimento: visti ed amaììnalizzati uno per uno i personaggi, che a conti fatti sono ben più dei sette cobattenti, è come ci trovassimo di fronte ad una squadra di The Avengers catapultata in un contesto western: ognuno con la propria specialità come supereroi forti ognuno nella sua arte: il pistolero più rapido (Pratt), il fuciliere più preciso (Hawke), il lanciatore di coltelli (Byung-hun lee), il manesco forzuto (uno splendido Vincent d'Onofrio, magnifico nella voce strozzata che modifica per l'occasione), il nativo pellerossa (Martin Sensmeier), ed altri ancora, oltre al nostro stiloso Sam Chilsom, un Denzel Washington dinoccolsto con gambe storte al punto giusto per rendere al meglio il cowboy giusto ma duro al punto giusto.

Nek finale concitato, la musica originale del film di Sturges arriva pertinente rievocando i fasti ed i miti del genere western che fu.

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