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47 Metri

Regia di Johannes Roberts vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 47 Metri

di Tiaz gasolio
5 stelle

In The Deep 47 Meters Down – La Recessione.
Il binomio bionda sbarazzina-mora noiosa/pseudo nerd, normalmente definita ”palla al cazzo”, imperversa nelle pellicole ormai da anni. Ne abbiamo viste di bionde disinibite morire per mano di assassini, mentre le loro amiche more brave ragazze pseudo vergini scappavano per salvarsi la vita, uno stereotipo sfruttato in tantissimi film horror o di azione che ha portato lo spettatore medio a provarci senza ritegno con qualsiasi bionda anglofona accompagnata da amica sfigata trovata in vacanza. Questo 47 Meter Down non fa eccezione e si apre mostrandoci una coppia di sorelle rigorosamente bionda e mora, che non si sa come non si assomigliano per un cazzo, in vacanza da sole in Messico. Per una buona mezz'ora,che sembra non finire mai, vediamo la signorina bionda dare dimostrazione del proprio animo solare, mentre la sorella mora si strugge al pensiero dell'amore della sua vita che l'ha lasciata. Uno sconquassamento di palle inverosimile, va bene empatizzare con i personaggi, ma del novanta per cento di quello che veniamo a sapere delle sorelle non ce ne può fregare un emerito cazzo e non ci sarà per niente utile durante la visione del film. Finalmente incontrati due normalissimi veleggiatori - così normali da sembrare usciti da una vetrina di Abercrombie & Fitch per fa bagnare le turiste di turno - finalmenete, e risottolineo, finalmente dopo che le a personalità delle due ragazze sono state delineate così bene da volerle morte subito, gli amici modelli le invitano a fare un immersione per vedere gli squali. Sceglieranno una guida organizzata e certificata dall'associazione bagnanti oppure saliranno su una bagnarola arrugginita guidata dai pescatori più improbabili di sempre? Ovviamente scelgono la seconda opzione e finalmente può iniziare il film. Grazie a Dio, perché questa pellicola si chiama 47 metri sotto, non due fighe di legno in vacanza in Messico. Così cominciamo a vedere la discesa negli abissi delle signorine, coadiuvata da una valanga di sfighe. Da quando inizia la immersione delle ragazze ci troviamo di fronte praticamente ad un altro film: le atmosfere si fanno claustrofobiche, il mare profondo, lo sconforto e la solitudine riescono a farci dimenticare lo smaronamento subito poco prima. I veri protagonisti sono però gli squali che, come stupende macchine di morte, tormentano le due odiate sorelle, intrappolate sul fondo del mare, regalandoci momenti di godimento. Scena dopo scena vediamo le signorine immerse nel oceano della sfiga, un elemento che insieme ai pescecani accompagnerà l'immersione delle due sino alla fine della pellicola, in un susseguirsi di colpi di scena che vi sollazzeranno nel mostrare le sofferenze dele due povere malcapitate, il tutto coadiuvato da finale non banale. In definitiva ci troviamo di fronte ad una pellicola che poteva essere riassunto in venti minuti che vi sfregiareà le palle per circa mezz'ora per poi regalarvi dei buoni momenti di claustrofobia, iulenza e dolore; gioirete nel vedere soffrire le stereotipate malcapitate grazie sopratutto alla quasi inutile caratterizzazione subita in precedenza. Una pellicole che ri-conferma quello che una pubblicità ci ha insegnato molti anni fa ovvero: turisti fai da te?? No-alpitour??Ahi, ahi, ahi.
per insulti anche non costruttivi.
www.facebook.com/larecessione
La Recessione
#larecessione

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