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L'odio che uccide

Regia di Adam Egypt Mortimer vedi scheda film

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La recensione su L'odio che uccide

di undying
3 stelle

Sanguinario ma innocuo. Noioso e molto ripetitivo. Privo di ritmo, di thriller e di tensione... il solito potpourri che mette insieme Carrie, il boogeyman (qui adolescente in gonnella) e la vendetta servita fredda con condimento alla Spit on your grave...

 

Sottoposto all'ennesimo atto di prevaricazione il giovane Lincoln reagisce in maniera estremanente violenta ferendo a sangue un suo abituale molestatore. Costretto in un riformatorio isolato nel deserto, è di nuovo al centro di bullismo da parte di altri reclusi nella comunità di recupero. È allora che si manifesta lo spettro, molto carnale e sanguigno, di Moira, una adolescente morta a seguito di brutali violenze...

 

locandina

L'odio che uccide (2015): locandina

 

Il tema è interessante e, purtroppo, sempre attuale ma non viene certo affrontato qui in maniera seria o articolata. A non funzionare è una sceneggiatura poco riuscita che oltretutto non dà alcuna motivazione sul come e perché Moira sia ritornata. E anche l'impostazione femminile (e femminista) alla fine contribuisce a sminuire un film di poco effetto dove, sì, di sangue ne scorre a secchiate ma i personaggi della storia non riescono a creare il minimo coinvolgimento e la direzione tecnica la benché minima tensione. 

 

scena

L'odio che uccide (2015): scena

 

Paragonarlo a Carrie non è improprio anche se il film di De Palma (e pure il recente remake) sovrasta, pur dai suo 40 di età, questo dimenticabile lavoro di un regista che, ad oggi, ha lasciato il segno solo per l'episodio sulla coppia di serial killer che si incontra/scontra nell'ultimo giorno dell'anno in Holidays.

Certo è evidente come Adam Egypt Mortimer (nome fittizio, speriamo per lui) abbia subito l'influenza (pure dichiarata) di certo horror francese in particolare dell'iperviolento (quanto fine a se stesso) Martyrs e allo slasher degli Anni '80 dal quale preleva uno sviluppo da body count quando entra in scena l'antipaticissima Moira: fantasma e serial killer (in discount, due al prezzo di uno) che maneggia lamette e taglia la sua stessa carne (ma l'effetto, in salsa Voodoo, ricade sulla vittima prescelta).

 

Sierra McCormick

L'odio che uccide (2015): Sierra McCormick

 

Per quanto corto (sotto gli 80 minuti senza i titoli di coda) diventa noioso, impedito -oltreché da una brutta colonna sonora metallara- anche dalla ambientazione solare e desertica che, in un horror, sta come il sale nel caffè. 

Da segnalare che di nuovo avvisi riportati sui manifesti tipo: "Il miglior horror degli ultimi anni" (Horrornews.it) e i loghi delle partecipazioni a Festival tipo Sitges, Fangoria e Fantasia, garantiscono trattarsi l'esatto contrario, ovvero di un prodotto di consumo scadente e immediato, destinato all'oblio nel giro di pochi mesi dalla distribuzione. Talvolta, anzi, certi trucchetti propagandistici sembrano prendersi gioco dell'intelligenza dello spettatore che, fortunatamente, non è così sprovveduto ed è in grado benissimo di valutare il livello etico, estetico e artistico di un film. 

 

Lexi Atkins

L'odio che uccide (2015): Lexi Atkins

 

Curiosità

Nulla ma proprio nulla di nuovo sul tema del bullismo e della vendetta femminile, mescolata con un po' di mistero. Non occorre andare troppo indietro nel tempo per imbattersi in un altro prodotto simile, distribuito direttamente in home video come Tamara, toccata dal fuoco (2005).

 

 

E veniamo alla distribuzione in home video dove Some kind if hate (titolo originale) ha trovato la via della distribuzione italiana grazie alla Midnight Factory  (Koch Media) che lo propone in due eccellenti versioni, tra le quali è consigliata quella in bluray al Dvd e dove il magico dischetto contenente il film è inserito in apposita slipcase contentente l'amaray e un booklet a cura di Nocturno cinema

Il film è offerto al top delle possibilità tecniche con video anamorfico 2.35:1 e audio 5.1DTS HD Master. Fare di meglio è impossibile....

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