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Lui è tornato

Regia di David Wnendt vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lui è tornato

di Tiaz gasolio
3 stelle

Lui è Tornato - la Recessione.
Nel 2012, lo scrittore Timur Vermes saliva agli onori della cronaca vendendo ben 2 milioni e passa di copie dopo aver pubblicato il libro "Lui è tornato". Il libro parla del ritorno di Adolf Hitler nella Germania dei nostri giorni; prende lo spunto del ritorno del Führer per prendere per satirizzare la politica tedesca ed europea in maniera simpatica e divertente, lasciando al lettore qualche utile spunto di riflessione. Ovviamente il libro non è passato inosservato e nel 2015 ne esce la trasposizione cinematografica, girata come se fosse un falso documentario a basso costo, un po' in stile Borat. Troviamo il Führer a spasso per la Germania, intento a intervistare vecchi nostalgici e nuovi rincoglioniti che, imbeccati nella giusta maniera, esplodono in sentenze xenofobe ad alto livello di ignoranza, degne di un Salvini ubriaco o di qualche circolo di paese di estrema destra, di quelli dove la politica arriva solo dopo un paio di bicchieri di bianco. Con grande lentezza e in maniera un po' forzata ci vengono mostrati tutti i personaggi presenti nel libro, riadattati per funzionare sullo schermo; il problema è che il tutto sembra girato a cazzo di cane, con attori discretamente scarsi che ricordano più una fiction di merda in stile Un Posto Al Sole piuttosto che un film degno di essere chiamato tale. Le scene girate con un pubblico vero e all'interno di programmi reali in Germania rimangono la parte più interessante della pellicola, riuscendo a creare qualche spunto di riflessione e strappando un amaro sorriso, vedendo le faccie allibite di queste rare bestie di ignoranza. A queste si interpongono le inutili storie accessorie dei personaggi comprimari appiccicate a cazzo all'interno del film, senza una vera e propia continuità ed utilità ai fini dello svolgimento. Si sprofonda ancora nel baratro della noia e del cagamento di cazzo grazie ad alcune gag accessorie degne di un cinepanettone, vedi Hitler ed il nastro elettrificato. Ma quando pensi di aver buttato via quasi due ore di vita, arriva il finale moralista e come è ovvio viene tirata in mezzo la classica povera anziana ebrea sopravvisstua ai campi di concentramento ed altro facile moralismo inserito giusto perché si sta parlando di Hitler e non vorremmo mai che qualcuno fraintendesse. Non sia mai che qualche moralista cattocumista della domenica pomeriggio si indigni grazie a questo finale a prova di mongolo; si chiude un'orribile trasposizione cinematografica di un libro interessante. Questo film dimostra che qualsiasi materiale dato in mano a sceneggiatori incapaci e a un regista di merda diventerà una merdata abissale. Un vero peccato, perché, come già detto precedentemente, anche senza seguire la trama del libro in maniera maniacale si possono trovare tantissimi spunti interessanti per sviluppare una trama più coinvolgente senza spaccarci le palle per due ore con questo prodotto di bassa lega. Fascisti su Marte con Corrado Guzzanti utilizzava più o meno la stessa idea riuscendo però nel suo intento, cioè quello di farci riflettere sulla politica attuale sbeffeggiandola e paragonandola a quella del dittatore.

per insulti anche non costruttivi.

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La Recessione

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