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La voce della luna

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su La voce della luna

di Baliverna
7 stelle

Un personaggio stralunato vaga in un mondo dove regna la confusione, senza capire cosa sta accadendo attorno a lui.

La cifra di questo ultimo film di Fellini sembra essere la confusione, elemento peraltro già presente - anche se in misura minore - in quasi tutti i suoi film. Qui, però, essa regna sovrana, ed è forse addirittura il tema del film. Confusione vuol anche dire disordine, rumore, mancanza di senso, e mancanza di trama. Forse il regista vuole stigmatizzare il caos che innegabilmente è presente nella società moderna, e ancora più nel mondo dello spettacolo. La confusione, e la frenesia che l'accompagna, impediscono di stare un attimo in silenzio, da soli con se stessi, e di sentire la voce della luna, o forse la propria voce interiore. Ma così ci perdiamo forse la parte migliore della vita.

Sono questi, secondo me, il contenuto e il messaggio del film. Del resto Fellini, da personaggio famoso e ambito qual era, veniva perseguitato da una masnada di attoruncoli, di giornalisti e arrivisti, che volevano parlare con lui, per avere giusti consigli, ma anche solo per domande oziose e per sgomitare dentro il mondo del cinema. Come ha affermato in qualche intervista, lui ne era nauseato e spesso si nascondeva, ma pure non aveva la fermezza sufficiente per sbarazzarsi dei seccatori con il rifiuto esplicito. Oltre a ciò, il mondo frivolo ed esagitato degli anni '80, con l'edonismo e la frenesia che caratterizzarono il decennio, è anche molto presente in questo film.

Benigni ha un'aria stralunata e vagamente assente, più simile alla sua prima maniera che allo stile recitativo che assunse a partire da “Johnny Stecchino”. Comunque, l'attore funziona. Villaggio, invece, mi è sembrato incerto sull'aria da assumere.

La pellicola pecca, forse, di qualche momento un po' troppo stiracchiato, che gira a vuoto, e ci fa implorare che succeda qualcosa, o si dica qualcosa di sensato. Negli altri momenti, invece, il regista riesce miracolosamente a far funzionare la massa informe di eventi e personaggi che si accumulano davanti all'obiettivo.

Che dire, non un capolavoro, ma un'opera degna di cotanto nome.

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