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Firequake

Regia di Geoff Browne vedi scheda film

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Maciknight

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La recensione su Firequake

di Maciknight
4 stelle

Nel genere apocalittico (Armageddon) questo film si può considerare di fascia alta. Immaginatevi gli altri, che infatti ho sempre recensito pessimamente. Di qualità superiore agli altri perché in questo quantomeno si vede lo sforzo di fornire un sottofondo maggiormente scientifico e con una minima sceneggiatura, che per la prima metà del film se la cava abbastanza bene e poi si perde. I dialoghi sono di buon livello rispetto al genere, minimamente elaborati, articolati e credibili, forse anche troppo per gli amanti del genere, ed anche il casting, la recitazione e il tratteggio di alcuni personaggi è più che mediocre. In particolare l’amministratore (nonché rappresentante dei misteriosi finanziatori) di questa fantomatica società energetica con sede nella Repubblica Ceca che dovrebbe avviare la sperimentazione di una nuova fonte di energia geotellurica che dovrebbe sfruttare le “flatulenze” della terra, non avrebbero potuto sceglierlo meglio per impersonare l’incarnazione dell’egoismo, aridità, ipocrisia, insensibilità, cinismo, che raggiunge il suo apice rivelandosi pure psicopatico assassino, anche se le motivazioni sono piuttosto pretestuose nella dinamica della trama. Non ci sono donne stupide e urlanti e che inciampino sui loro stessi piedi in situazioni di pericolo, ed è già un aspetto positivo, uno dei pochi. Dopo di ché soprattutto nella seconda parte è un inseguirsi di incongruenze ed approssimazioni e leggerezze, come in tutti i film del genere, a partire dal campo di accoglienza ed assistenza gestito da militari con le insegne dell’ONU (ma lo sanno che l’ONU impiega settimane solo per all’allertare e mettere in moto un minimo di logistica?), che sorge schioccando le dita poche ore dopo l’inizio delle esplosioni telluriche ed incendi di gas provocate da un azzardato avviamento degli esperimenti prima di aver completato i test di sicurezza. Per sorvolare sul fatto che l’ufficiale al comando consegna la sua pistola alla protagonista del film, una scienziata ufficialmente ricercata perché ritenuta responsabile del disastro. Poi il seguito è da opera adolescenziale, un intruglio di diversi generi, in cui la mamma scienziata dapprima disprezzata dalla figlia per la sua assenza diventa la sua eroina e scrive cose carine nel suo blog, e vissero tutti felici e contenti, almeno i sopravvissuti. Un film perdibilissimo ma meno peggio dei suoi congeneri.

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