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Sotto la croce del Sud

Regia di Guido Brignone vedi scheda film

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La recensione su Sotto la croce del Sud

di mm40
4 stelle

Corno d’Africa. Durante la colonizzazione italiana arriva un ingegnere per mettersi al lavoro in una bonifica locale; conosce la coppia di gestori dello spaccio del posto e in particolare la donna, che sembra prenderlo in eccessiva simpatia.

Questa pellicola è un ottimo esempio di ciò che intendeva essere il cinema italiano del regime fascista: mezzo di intrattenimento, certo, ma anche affilato strumento di propaganda – e qui, nello specifico, si va a toccare con mano la questione coloniale. Visto oggi ovviamente sembra a dir poco insano, trama personaggi dialoghi situazioni e tutto quanto; giudicare con la morale odierna i fatti del passato è d’altronde un’idiozia fatta e finita. Anzi: se tanto impressionano le scene con interpreti locali (il film è stato girato in Etiopia, operazione tutt’altro che scontata) e la cruda banalità del razzismo dell’epoca, questo Sotto la croce del sud può comunque essere veicolato ancora adesso come inequivocabile documento di un periodo storico da tenere sempre bene a mente, per evitare che si ripeta. Detto ciò, artisticamente il prodotto ha il suo perché, con un cast adeguato (Antonio Centa, Doris Duranti, Enrico Glori, Giovanni Grasso e Carlo Duse in primis, con ruoli minori anche per Andrea Checchi e Carlo Romano) e tanto buon mestiere tecnico, dalla regia dell’ormai esperto Guido Brignone alla fotografia di Aldo Tonti e Arturo Gallea, dalle scenografie e dai costumi di Italo Cremona alla colonna sonora di Renzo Rossellini. La narrazione corre spedita e la trama, per quanto priva di grandi trovate, non manca però di brio e di ritmo; la sceneggiatura è di Luigi Chiarelli. Curiosità: Adriano Zancanella girerà un altro Sotto la croce del sud circa vent’anni più tardi (1957), anch’esso ambientato nella medesima zona dell’Africa orientale, ma come facilmente intuibile non si tratterà di un remake. 4,5/10.

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