Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Un monaco certosino (Toni Servillo), una scrittrice e un musicista vengono invitati a un vertice dove uomini molto potenti stanno decidendo le manovre che decideranno il futuro dell'umanità. Ma il capo del Fondo Monetario (Daniel Auteuil) si suicida dopo essersi confessato col monaco, lasciando tutti sgomenti.
I grandi banchieri hanno in mano le sorti del mondo. Bando alla compassione, ai valori etici, all'eterno divario tra poveri e ricchi: questi i concetti (peraltro noti per non dire scontanti) che il film di Roberto Andò non fa che ripetere con ridondante lentezza. Manovre economiche riassunte in misteriose formule matematiche, economisti che sussurrano come preti al confessionale e in mezzo il prete vero: un Toni Servillo in tunica bianca che pare non saper bene che dire o che fare, perso in una sceneggiatura troppo esile e priva di slancio. La noia cresce e sommergere lo spettatore, annacquando anche quella denuncia della corruzione imperante di cui la vicenda vorrebbe farsi bandiera.
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