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Zombi 2

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Zombi 2

di alan smithee
6 stelle

"Quando i morti usciranno dalla tomba, i vivi saranno il loro sangue": questa una profezia che un popolo indigeno delle Antille si porta dietro dalla notte dei tempi, rifugiandosi in riti woo-doo per scongiurare questa nefasta ipotesi.

Nel porto di New York una imbarcazione a vela viene rintracciata dalla polizia come fosse alla deriva. Al suo interno un uomodi legge viene aggredito da un essere famelico che poi si getta in mare dileguandosi.

L'imbarcazione risulta intestata ad un professore e studioso di culture e civiltà primordiali di cui si è persa traccia.

In compenso si riesce a rintracciare la figlia, che, allarmata della situazione, si mette alla ricerca del padre, aiutata da un ambizioiso ed intraprendente giornalista, e da uno skipper che accetta di trasportarli nei pressi dell'arcipelago ove il padre pare aver soggiornato nell'ultimo periodo.

Nell' isola il gruppo riesce ad incontrare il più prezioso collaboratore dell'anziano scienziato, e la malattia o il virus che sta contagiando quell'isola apparentemente incontaminata, si mostra in tutta la sua allarmante ed orrorifica presenza dinanzi ai nuovi visitatori: i morti rinascono e danno la caccia ai vivi, cibandosi del loro sangue.

Lucio Fulci prende al volo l'opportunità di sfruttare il fresco successo dell'opera romeriana-argentiana Zombi e firma un sequel apocrifo girato piuttosto bene, con una bellissima scena d'apertura all'interno del golfo di Coney Island, morti viventi eccentrici ma meno ridicoli del pur mitico capostipite; nonché la famosissima scena della lotta tra lo zombie e uno squalo, e la fine sopra le righe della splendida, inarrivabile Olga Karlatos, femmina di rara bellezza, paragonabile a certe inarrivabili Bond girl anni '70 come Maud Adams o Barbara Bach.

Poi certo la storia è semplice e semplicistica, tutt'altro che paragonabile all'episodio capostipite, forte di diverse acute interazioni con argomenti e vicende di costume che spaziano dal politico al sociale (la chiave consumistica rappresentata dal centro commerciale); ma tecnicamente il film è assai migliore dell'originale, raffazzonato e greve, un pò confuso e sconclusionato, spesso recitato malissimo; opera e merito di un regista, Fulci, abile anche con budget limitati e a volte risibili, capace di riprese notevoli e raffinate che suppliscono certe sfrontatezze o banalità di sceneggiatura piuttosto evidenti.

Tra gli interpreti figura la sorella minore di Mia Farrow, Tisa, molto somigliante alla sorella e specializzata in horror italiani a basso budget, sparita nel nulla ad inizio anni '80. Ian McCulloch fa tenerezza col riporto che sfuggee, mentre della Karlatos, davvero spaziale, abbiamo già detto poco sopra.

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