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The Darkside: Streghe di sangue

Regia di Gerard Diefenthal vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Darkside: Streghe di sangue

di undying
1 stelle

Opera prima (ahinoi, non ultima) d'un tecnico tedesco (ma di stanza in Italia) degli effetti speciali. Opprimente per l'uso sconsiderato della CGI, una sceneggiatura confusionaria e una regia schizofrenica al limite dello snervante (con tagli bruschi ogni cinque secondi di scena). Passato al Fantafestival nel 2015, è stato ben accolto in Giappone.

 

locandina

The Darkside: Streghe di sangue (2015): locandina

 

Triora, 1589. Sei donne condannate per stregoneria vengono arse vive. Tra costoro Sibilla (Barbara Bouchet) stipula un patto con il demone Pazuzu che permette alle vittime di tornare, in futuro, sulla Terra per vendicarsi dei discendenti che le hanno uccise.

Oggi. Nel piccolo paese al centro dell'esecuzione iniziano a verificarsi cruenti delitti, opera delle sei streghe reincarnate. Il Vaticano decide di inviare sul posto Padre Gabriel (Gerard Diefenthal), attualmente impegnato come esorcista nell'Africa centrale. 

 

scena

The Darkside: Streghe di sangue (2015): scena

 

Come siano stati coinvolti, in questo indifendibile pastrocchio, Barbara Bouchet e Anna Orso (nonché Claudio Simonetti alle musiche) resta un mistero. Opera da attribuire in toto al tedesco (all'epoca residente in Italia) Gerard Diefenthal, già tecnico degli effetti speciali e in seguito al lavoro, in tale veste, anche nel Dogman di Garrone nonché in Jurassic world: fallen kingdom (2018) e Star wars: episode IX. Diefenthal dichiara a Luca Ruocco di essersi deciso a debuttare nell'horror perchè ispirato da Bava e Fulci, ma avvicinare il nome di questi due registi a Darkside witches è a dir poco un'eresia. Non tragga in inganno l'entusiasmo dei giapponesi, gli unici che se lo sono filato, pretendendo la versione integrale. Non sono quei cinque minuti di differenza (presumibilmente con la scena al bar, prossima all'hard, interpretata da Simona Cappia) a rendere meritevole di visione questo allucinante film.

 

scena

The Darkside: Streghe di sangue (2015): scena

 

Girato con overdose di brutti trucchi digitali in stile videogame di sest'ultima generazione (e attori sperduti a causa dell'eccessivo uso di blue screen), Darkside witches propone una sceneggiatura priva di interesse, ma sempre migliore delle indifendibili interpretazioni e di una regia tremenda, penalizzata ulteriormente da un montaggio frenetico. Per la maggior parte del film non ci è permesso di sostare su una scena più di quattro o cinque secondi. I protagonisti agiscono senza alcuna logica (in particolare i due incredibili carabinieri) e alcuni rasentano il comico involontario, tipo don Milio, prete locale  (e satanico) che se ne va in giro con il viso coperto da bende (stile mummia) completamente insanguinate. Tamarro invece padre Gabriel, interpretato dal tuttofare Diefenthal (regista, attore, sceneggiatore e produttore) che indossa una spolverino di pelle, in perfetto stile western.

 

scena

The Darkside: Streghe di sangue (2015): scena

 

Gli ingredienti sex and violence -che pure ci sono- svaniscono come neve al sole di fronte alla sfrontatezza dell'insieme. Costato la bellezza di 2.000.000 di euro e annunciato come primo di una trilogia, dopo una lunga (e penosa) lavorazione Darkside witches è apparso al Fantafestival romano (edizione 2015), ma nessun distributore italiano, logicamente, ha avuto il coraggio di tenerlo in considerazione. È circolato invece in home video negli States, ottenendo in prevalenza stroncature pesantissime che non hanno però funzionato da deterrente per Diefenthal, attualmente al lavoro di post produzione sul sequel! Per chi scrive (estimatore all'ennesima potenza dell'horror italiano) si tratta del più brutto film mai visto negli ultimi vent'anni.

 

Barbara Bouchet

The Darkside: Streghe di sangue (2015): Barbara Bouchet

 

"Unico medico del popolo fu, per mille anni, la strega. Imperatori, re, papi, i più ricchi baroni avevano qualche dottore di Salerno, qualche moro o ebreo; ma la grande massa, un po’ tutti e d’ogni condizione, consultavano solo la Saga o Saggia-donna. Non guarendo, la insultavano e le dicevano strega. Ma di solito, per rispetto e anche timore, la chiamavano Buonadonna o Belladonna: lo stesso nome dato alle fate.
Le capitò quanto ancora capita alla sua pianta preferita, la belladonna, e alle pozioni benefiche da lei usate, rimedi dei grandi flagelli del medioevo. Il ragazzo e l’ignaro passante maledicono queste livide erbe senza conoscerle. I colori indefiniti li terrorizzano. Arretrano, s’allontanano. Eppure si tratta solo di lenitivi (solanacee) che, somministrati con misura, hanno spesso guarito e alleviato molti mali.
Li trovate nei luoghi più sinistri, solitari e pericolosi, tra macerie e ruderi. Anche in questo somigliano a chi li utilizzava. Dove se non in lande selvagge avrebbe potuto vivere quell’infelice così perseguitata, quella maledetta, reproba, avvelenatrice che guariva e salvava? La sposa promessa del diavolo e del Male in persona, colei che ha fatto tanto del bene, come dice il gran dottore del Rinascimento Paracelso: che, nel 1527, fece a Basilea un falò di tutta la medicina, dichiarando di non sapere niente oltre a quanto appreso dalle streghe.
Meritavano un premio. L’ebbero. Le compensarono con torture e roghi. S’escogitarono appositi supplizi, inediti strazi. Venivano giudicate in massa e condannate per una parola. Mai ci fu più spreco di vite umane." (Jules Michelet)

 

F.P. 04/01/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 92'57")

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