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Quo vado?

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

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La recensione su Quo vado?

di ethan
1 stelle

Checco (Zalone) è in Africa e viene catturato da un gruppo di indigeni e, prima di essere 'cucinato', racconta la storia della sua vita: egli è un uomo sulla quarantina, vive al Sud con i genitori, ha una ragazza che lo pressa costantemente chiedendogli di sposarlo ma lui rifiuta sempre perché a casa con i suoi è più rassicurante ed ha coronato quello che era il suo sogno fin da bambino, ottenere un posto fisso di lavoro - nello specifico all'ufficio provinciale con l'incarico, altamente 'concettuale', di timbrare le licenze di caccia e pesca - che gli consenta una non agiata ma tranquilla esistenza. Ma in Italia è tempo di Spending Review e il governo annuncia tagli agli enti locali e il posto fisso, da portare fino alla pensione, è in pericolo, con continue offerte, fatte da una solerte funzionaria statale (Sonia Bergamasco) che, pressata dal suo Ministro di riferimento (Ninni Bruschetta), di accettare le dimissioni dal suo incarico in cambio di liquidazione e una, più o meno sostanziosa buonuscita. Checco non accetta e così inizia il suo vagare, a causa della mobilità, per le più svariate località, sia in Italia, sia all'estero.

Checco Zalone, a nemmeno tre anni di distanza dal fragoroso successo di 'Sole a catinelle', che tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 incassò la ragguardevole somma - per il mercato italiano - di 43 milioni di Euro, torna ancora in coppia con il fidato Gennaro Nunziante, con il quale scrive la sceneggiatura, affidando al sodale, come per i primi tre film, l'incarico della regia, ma 'Quo vado?' a mio avviso, non va da nessuna parte ed è, nel panorama del genere comico-commedia, un oggetto del tutto privo di una sua personalità cinematografica con cui poterlo identificare all'interno di un sottogenere: vorrebbe aspirare ad essere un discendente della nostra (grande) Commedia all'Italiana dei vari Risi, Monicelli, Scola, Comencini, Germi tra gli autori e i mostri sacri Sordi, Gassman, Tognazzi, Manfredi, Mastroianni, Vitti tra gli attori, ma non riesce nell'intento, dato che della gloriosa commedia gli manca quella sana cattiveria di fondo che la caratterizzava, nonché quella capacità di non fermarsi alla superficie delle cose; non è nemmeno avvicinabile alla Commedia dell'Arte, con quei film diretti da tanti artigiani, ai tempi massacrati da gran parte dei critici perché 'colpevoli' di fare film leggeri e non politicamente impegnati, ma anche da autori con la A maiuscola come Vittorio De Sica o il già citato Comencini - i primi due capitoli di 'Pane e amore' - e interpretati da veri geni comici come Totò, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, perché ai personaggi dei film zaloniani manca uno spessore, che li elevi a tali figure; 'Quo vado?' ha ben poco a che fare anche con quella che è forse l'ultima grande maschera del nostro cinema comico, ossia il Fantozzi di Paolo Villaggio, che trattava argomenti simili ma li caricava di umorismo caustico tendente al grottesco.

'Quo vado?' invece è il distaccamento dal cinema becero-pecoreccio dei cine-panettoni, fatto di 'raffinate' gag a base di rutti, scoregge e corpi femminili in bella mostra e quasi altrettanti maschili (che sarebbe stato meglio occultare...) che compensano la carenza di idee, ma che, ormai hanno fatto il loro tempo, al quale Zalone e Nunziante, hanno tolto (gran parte) delle parolacce e delle scurrilità visive, confezionando un prodotto usa e getta dove i tanti vizi dell'italiano medio, più che essere messi alla berlina, vengono trattati in una maniera allusiva e talmente superficiale da farli sembrare quasi elementi non dico positivi ma mali necessari del nostro modo di vivere.

Scritto in maniera pedestre, con personaggi che sono poco più che bozzetti, diretto e montato - ci sono cali di ritmo già dopo una ventina di minuti - con grossa approssimazione e poco curato nell'aspetto recitativo - Zalone a parte, il quale recita solo nel breve intermezzo della canzoncina 'La Prima Repubblica', a malapena orecchiabile, per il resto è se stesso, un non-attore, mentre gli altri attori coinvolti, da un'intreprete raffinata come Sonia Bergamasco, a un solido caratterista come Ninni Bruschetta, per me il migliore del cast, e in brevi apparizioni, Maurizio Micheli e Lino Banfi e la giovane promettente Eleonora Giovanardi, sono mandati completamente allo sbaraglio - 'Quo vado?' rappresenta - nonostante il successo, atteso si, ma non in tali proporzioni, che lo vedrà forse scalzare 'Avatar' come film di maggior incasso di tutti i tempi in Italia - il punto più basso di una parabola 'artistica' che, visti i primi due film, ci si aspettava migliore ma che, visto il successo costante e crescente, ha preferito puntare verso lidi ben più rassicuranti e remunerativi.

Voto: 1.

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