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La pazza gioia

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su La pazza gioia

di Carlo Ceruti
10 stelle

Un film perfetto.

In una casa di cura per disturbati che hanno commesso gravi reati, vive l'estroversa Valeria Bruni Tedeschi, una donna dell'alta borghesia che si vanta di aver contatto con tutti i pezzi grossi del paese. Lei è finita lì per un amore sbagliato con un delinquente e per una sindrome che oscilla tra il bipolare ed il maniaco-depressivo. Un giorno arriva la silenziosa ed umile Micaela Ramazzotti, ex ballerina di night finita lì dopo aver tentato di suicidarsi assieme al figlio piccolo, fatto con un padre delinquente ed indegno. Le due diventano amiche e tentano una fuga stramba e disperata per ritrovare i loro affetti...

Non delude mai Paolo Virzì ed in ogni suo film si nota una crescita artistica, una maturazione, una sensibilità maggiore che non finisce mai di sorprendere e colpire. La pazza gioia si mantiene in agile equilibrio tra commedia (amara) e dramma puro. Nella prima parte prevale la commedia che, con qualche tinta ironica ed un retrogusto amarissimo, ci mostra la dissennata fuga di queste Thelma e Louise strambe ed esaurite. Nonostante spesso sembrino davvero fuori dalla realtà, è facile per lo spettatore sentirsi in sintonia con loro, con queste due matte che ogni tanto paiono quasi rinsavire per tenersi a freno a vicenda. C'è Valeria Bruni Tedeschi che è sempre allegra ed ottimista, ma è chiaro che dentro di sé malcela una depressione che le offusca il senno. Micaela Ramazzotti sembra invece la più 'saggia' delle due ed appare più che altro una vittima di persone orribili e di un sistema di cura psichiatrico assolutamente inadeguato che non fa altro che accrescere la sua depressione. Impeccabile la rappresentazione del grigio e fosco ospedale psichiatrico dove viene rinchiusa una volta catturata dopo la fuga (non ci si può non chiedere come si possa guarire in un luogo simile).

La seconda parte è più drammatica e rischia spesso di scivolare nel patetico, ma Virzì sa come stemperarla con qualche tocco umoristico e qualche sequenza all'aperto che fa respirare aria di libertà. In fondo, le due miserabili, sono in fuga da un mondo a suo modo abbastanza folle ed alienante. Sempre nella seconda parte appare più chiara la condizione che ha portato le due donne vicine alla follia; Micaela Ramazzotti è vittima di un padre assente, di una madre avidissima, ridicola e deficiente e di una mancanza d'affetto becera che l'ha gettata nelle mani di un delinquente che l'ha messa incinta e delle istituzioni che vogliono toglierle il figlio a tutti i costi. Quando racconta il motivo per cui ha commesso quel crimine orribile (tentato suicidio ed omicidio del suo bambino), riusciamo quasi a provare comprensione per lei. Ma anche l'altra è stata malata di una depressione precoce che nessuno si è mai premurato di curarle, per finire tra le braccia di un poco di buono che ha rovinato lei e la sua famiglia. Sono quindi esse stesse vittime di un mondo che non funziona, di un mondo disattento e superficiale che le ha abbandonate al loro destino triste.

Le ultime sequenze, infine, sono pregne di una sensibilità e tenerezza che sconvolgono e commuovono: Micaela inizia seriamente il suo processo di guarigione solo quando rivede il figlio che le istituzioni hanno fatto di tutto per toglierle...

Nonostante l'aspetto pessimista e fosco, La pazza gioia è un film carico di speranza e di luce. Lo dimostrano anche i gestori della casa di cura dove sono ricoverate le due disgraziate, che sanno perdonarle, aiutarle e chiudere un occhio evitando di denunciarle, pensando solo a favorire la loro guarigione. La pazza gioia è un film dove c'è tutto: il bene, il male e le loro sfumature; nonostante il mondo dove le due protagoniste viaggiano sia ostile e ricco di odio e stupidità, c'è anche chi tende loro una mano per comprenderle.

Completamente esente da retorica spicciola o da scene inutilmente lacrimevoli, oserei dire che La pazza gioia è un film dalle interpretazioni impeccabili e da una regia e sceneggiatura più che ispirate; insomma un film perfetto.

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