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Manchester by the Sea

Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film

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La recensione su Manchester by the Sea

di pazuzu
8 stelle

 

Lee si è lasciato andare. Da quando una tragedia lo ha convinto a scappar via dalla piccola Manchester dove è nato e cresciuto (sita nella costa nordorientale degli Stati Uniti), Lee si è dimesso dalla vita attiva. Lavora come tuttofare, in nero, nei sobborghi di Boston, dove vive da solo senza mostrare il minimo interesse per alcuno, al massimo cercando la rissa, la sera, quando va ad ubriacarsi al pub per chiudere degnamente la giornata. Se la morte improvvisa ma comunque attesa del fratello maggiore Joe, malato di cuore, lo induce a tornare nella città natale, la successiva lettura del testamento, che lo designa unico tutore del figlio sedicenne Patrick e ministro con portafoglio dei sui beni, lo costringe a restarci, chiamandolo da un lato a provare a riallacciare il rapporto con il nipote, ma dall'altro a far di nuovo i conti con il trauma da cui era fuggito, personificato dall'ex moglie Randi, che da lì non è mai andata via.

 

 

Ci vuole un notevole senso della misura per far sì che le tematiche trattate in Manchester by the sea non lo facciano sfociare nel patetico, o che non rischino, al contrario, di finire disinnescate da un utilizzo non oculato dell'arma dell'ironia: e di senso della misura è evidentemente dotato il regista Kenneth Lonergan, che su due ore e passa di pellicola distende un'opera asciutta e stratificata che si rivela poco a poco, inserendo nel corpo del racconto del presente brevi flashback che progressivamente svelano l'entità e la profondità del dramma passato che ha indotto Lee a cambiare aria: una catastrofe familiare da gelare il sangue a cui Lonergan conduce con mano leggera, muovendosi con naturalezza e levità tra un mare di emozioni contrastanti, utilizzando un umorismo mai indiscreto, affidandosi alla brillantezza dei dialoghi e alla splendida interpretazione di un Casey Affleck caustico e malinconico, che lavora in sottrazione curando tutte le sfumature di un personaggio che pare sentirsi addosso, e il cui dolore sembra vivere in prima persona, nello sguardo avvilito e torvo, nella postura chiusa, nel rifiuto anche solo di provare a cercarsi qualcosa dentro.

 

 

Valorizzato anche dall'attenzione al dettaglio per la caratterizzazione dei personaggi di contorno (da sottolineare le prove di Michelle Williams, limitata nel minutaggio ma straziante nella parte di Randi, l'ex moglie di Lee, e di Lucas Hedges, ottimo Patrick, il nipote con due fidanzate, una band e tanta voglia di vivere), Manchester by the sea si presenta come un prodotto solido e duraturo, che parla con pudore di perdita e di amore, riuscendo a lavorare sotto pelle e lasciare, anche dopo la visione, ampie tracce del suo amarissimo realismo.

 

 

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