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Vivere e morire a Los Angeles

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su Vivere e morire a Los Angeles

di nickoftime
8 stelle

Nell'esistenza di un poliziotto la vita e la morte sono facce della stessa medaglia. Una consapevolezza che un regista come Friedkin aveva già raccontato nel realismo senza sconti dell'indimenticabile "Il braccio violento della legge" (1971) drammatico resoconto del lavoro e delle vicissitudini di una squadra di agenti della narcotici di NY. A quattordici anni di distanza, e dopo aver esplorato alcuni dei tabù più rimossi della società americana ("Cruising",1985 e "L'esorcista". 1971 sono alcuni esempi della sua vena iconoclasta) Friedkin ci riprova con questo noir dai toni amari e disincantati, catapultato nella galassia cinematografica per anticipare la chiusura dell'immaginario patinato degli anni 80. Per farlo utilizza le tendenze di quell'epoca, dando spazio ad una virilità di trasudante machismo, a corpi maschili sovraesposti e tonici, ad un montaggio forsennato, e modulato sulle note di un tormentone da hit parade. In realtà sotto i modi spicci e lo sprezzo del pericolo Friedkin faceva scorrere il nichilismo di chi non lascia spazio ad alcun romanticismo. Mentre sfrecciano sulle strade di una Los Angeles periferica e marginale, colorata da una luce senza anima ( il direttore della fotografia è Robby Muller, autore delle luci dei film più importati di Wim Wenders) ed alleggerita dalla dance music dei Wang Chung, gli agenti Chance e Pankow devono fare i conti con il divenire del tempo. Tutto scorre, anche troppo nel film di William Friedkin. E la morte arriva quando meno te lo aspetti.  Film che rema contro, ai tempi dell'uscita "Vivere e morire a Los Angeles" fu scambiato per qualcos' altro ed ebbe in sorte il destino di chi sta troppo avanti. Nonostante questo sono in molti a ricordare la scena dell' inseguimento automobilistico in cui il regista sembra cedere il volante allo spettatore, ed ancora la presenza di un William Petersen lontano da esclusività televisive. Accanto a lui un altro William che risponde al nome di Defoe, giovane ma già carismatico per interpretare il cattivo a cui gli agenti danno la caccia.  Fatto apposta per chi non ama le cose scontate.
(icinemaniaci.blogspot/filmtelecomandati)

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