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Vittime di guerra

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su Vittime di guerra

di cheftony
6 stelle

"Stammi a sentire, Eriksson! Questo non è un vietcong; Clarke non lo è. Hatcher non è un vietcong. Diaz non è un vietcong. Io neanche, io non sono un cazzo di vietcong. Invece questa roba...questa è una vietcong! E tu...di te non si sa bene."

1966, Guerra del Vietnam: Eriksson (Michael J. Fox) è una recluta in servizio da un paio di settimane, un pivellino. Durante una missione finisce inavvertitamente in una delle trappole disseminate nella giungla dai vietcong, ritrovandosi con le gambe penzolanti in una delle gallerie in cui si annidano i nemici, ma viene salvato dal sergente della sua compagnia, il giovane e promettente Tony Meserve (Sean Penn).
Dopo la morte di un soldato ormai prossimo al congedo, viene inviato in sostituzione il timido soldato Antonio Diaz (John Leguizamo), che dovrà unirsi ad Eriksson, allo schizzato caporale Clarke (Don Harvey) e ad Hatcher (John C. Reilly), tutti capitanati da Meserve, per una spedizione, durante la quale il sergente pianifica di deviare di qualche chilometro dalla rotta per "prelevare" una ragazza da un villaggio vietnamita e sfruttarla per le proprie soddisfazioni sessuali.
Eriksson, tanto minuto quanto determinato, si oppone dal principio e va fino in fondo anche quando la ragazza, da lui aiutata nei limiti del possibile, viene come previsto stuprata dai quattro commilitoni e in seguito uccisa durante uno scontro a fuoco...

Ispirato da un fatto realmente accaduto durante la Guerra del Vietnam, il cosiddetto incidente della collina 192, il film di Brian De Palma vede recitare ottimi interpreti, fra cui uno Sean Penn che si era già fatto le ossa, il caratterista John C. Reilly al debutto e soprattutto lo sfortunato Michael J. Fox, diventato celebre con Ritorno al futuro e protagonista qui di una pellicola cruda e drammatica, a dimostrare di essere un buon attore e non solo il ragazzino Marty McFly. Poco da obiettare, inoltre, sulle capacità tecniche di De Palma, che maneggia la macchina da presa con classe e per una volta addirittura senza svolazzi.
Vittime di guerra è un film d'accusa deciso e "compatto", che ricostruisce un fatto storico atroce in una pagina di storia ancor più atroce romanzandolo un po', tuttavia non al livello di altre pellicole sul Vietnam girati negli anni precedenti, e che nell'89 fu un discreto flop (22 milioni di dollari di budget e 18 di incasso). I difetti, a mio giudizio, vanno ricercati in dialoghi non eccezionali e nel quasi inconsapevole viaggiare sui binari del manicheismo: se viene giustamente e di proposito evitato il patriottismo, d'altro canto i personaggi del sergente Meserve, dei commilitoni, dei superiori sono dei perfetti stronzi e tali resteranno, senza riservare alcuna sorpresa, così come Eriksson resta buono, puro, completamente innocente; qualche sfumatura caratteriale in più probabilmente non avrebbe guastato e invece non ci si discosta dal macchiettismo, nonostante gli attori diano il meglio di se stessi e lo strano duello fra Penn e Fox risulti davvero interessante. Molto pacata e classica, senza grossi picchi, la colonna sonora curata da Ennio Morricone ed eccellente la fotografia. Vittime di guerra è, in sostanza, un buon film, di mestiere, in cui si cerca di indagare ancora una volta quale possa essere il rapporto fra la guerra, l'umanità e l'humanitas. *** e 1/2.

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