Espandi menu
cerca
La vita è meravigliosa

Regia di Frank Capra vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AIDES

AIDES

Iscritto dal 13 ottobre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 26
  • Post -
  • Recensioni 58
  • Playlist 5
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La vita è meravigliosa

di AIDES
6 stelle

Non siamo di fronte ad una parabola buonista segnata dalla visione conciliante di una realtà umana e sociale (quella americana), ma ad un ritratto cupo e sofferto delle sue contraddizioni e del suo deterioramento. Film postbellico e personale di Capra, La vita è meravigliosa si pone come uno strenuo appello agli ideali e alla speranza, sul contrappunto di una consapevolezza venata di amarezza e disillusione alla luce di una condizione storica complessa. La favola si mescola al realismo, l’umorismo al registro drammatico, il quadro civile alla sfera individuale e soggettiva (anche dello stesso autore), presentando sotto tale punto di vista e tutto sommato con buoni esiti, lo sforzo di far rivivere il corso imprevedibile e agitato dei destini, la complessità del rapporto tra il singolo e la vita. Anche per questo la vicenda è costretta ad affidarsi tuttavia ad una narrazione fin troppo ricamata e petulante, con il racconto filmico che non stempra i suoi eccessi, ma li asseconda e rimarca tramite l’ormai stanca fedeltà del made in Capra agli stilemi e ai codici della rappresentazione hollywoodiana (ad es. la re-citazione ormai manierata dei caratteristi), con la necessità di articolare le azioni e gli snodi attraverso una coralità di figure e personaggi anche marginali (e in scene marginali) che hanno la funzione di far risaltare la centralità di James Stewart e di intrecciare il suo percorso di vita. E con un’eccedenza del patetico che ha nel sottofondo (non invadente ma rilevante) della patina cristiana e natalizia, oltre che piccolo-borghese e affettiva, la sua dimensione tanto caratterizzante quanto melensa (a tratti stucchevole). Malgrado nel film l’ottimismo sia solo un’apparenza e l’amarezza ben più giustificata, ciò che oggi appare allo stesso tempo peculiare e poco convincente di questa pellicola è una certa ingenuità riscontrabile là dove si aderisce in modo fin troppo sentimentale a una certa visione della realtà (e del cinema), sostenendo, malgrado il disincanto, la validità dei valori tradizionali, unendo la fede nel successo e nel ruolo sociale alla favola natalizia, all’apologo del nido familiare e del self made man, alle preghiere sotto i fiocchi di neve, con il sogno americano scalfito ma ancora vivo. Troppo vaga è infatti la denuncia di quella matrice sociale di tanta precarietà e difficoltà materiali e morali, come se l’organizzazione capitalistica scaturisse le sue storture esclusivamente da arrivismi sociali e finanziari circoscrivibili alla sfera individuale (Potter), senza un accenno di critica alla disumanità organica di un sistema che va ben oltre quella della singola prepotenza. Quella di Capra è una lezione morale, semplice e rivolta a tutti, nella forma di una storia il più possibile popolare, le cui ingenuità sono certamente lecite e ammesse ("dear George, remember no man is a failure who has friends"), e che ha in ciò efficacia e fascino, ma anche un limite evidente. Il suo cinema, esteticamente vincolato a preponderanti componenti narrativo-tematiche e ai canoni di fruibilità e armonia del classicismo (ma dai risvolti non poi così felici e consolatori), anche in tal caso non ha forza e interesse ad affrontare con più obiettività e ampiezza di vedute la materia trattata. Il quadro d’umanità che ci presenta non è rassicurante, il Bailey onesto e generoso cittadino è solo un’ancora di salvezza (non il salvatore), ma l’origine dei mali sembra essere morale e non storica. La speranza è legata alla fiducia in una società criticabile ma non da rifondare o ripensare. La mitologia sociale capriana incentrata sull’azione riscattatrice dell’uomo e della gente comune vacilla ma, nonostante il finale, rimane fondata. Insomma, Capra ha sentore di bruciato, la sua sensibilità gli permette di cogliere le stonature della sinfonia democratica americana, ma il suo limite è quello di non leggere la partitura nella sua totalità. A mio avviso, qui è racchiuso il valore e il limite della sua arte. In una sorta di “purezza professionale” di un cittadino in crisi. La vita è meravigliosa è dunque un’opera piuttosto rigida sul piano formale e tematico (e per tutta la prima parte, anche narrativo), che non brilla per felicità espressiva, e che solo nell’ultima mezz’ora riesce a scrollarsi dai suoi convenzionalismi offrendo oscuri lampi di incisività drammatica e visiva. La sequenza dell’incubo sfocia in un epilogo intenso e dolente, che superando (come in Arriva John Doe) l’happy end tramite una fusione di irrealtà e utopia, rappresenta l’unico ma decisivo distacco da quegli stilemi di cui si diceva. Nell’enfasi di quella improbabile generosità, non esiterei a definire il finale quasi delirante, iperbolico. La salvifica offerta donata dalla cittadinanza è un gesto ideale che in alcun modo cancella i momenti bui e tremendi che lo avevano preceduto (inoltre “i cattivi” rimangono impuniti), ed una finzione nella finzione del mondo strettamente diegetico. Una soluzione apparente di troppo facile ovvietà. Al di là dei dettami del découpage classico, l’utopistico finale è strettamente (col)legato alla realtà negativa appena mostrata, senza stacchi o rotture, nemmeno un segno di stupore sul volto di James Stewart a tentare un minimo di verisimiglianza, stabilendo con tale contiguità spaziale, narrativa e di significato, la chiara mescolanza dell’incubo con la “normalità” di una provvidenza sospesa tra sogno e realtà. La realtà è quella di Pottersville, ma Stewart/Bailey, imperante demiurgo che tira le redini del racconto e che anche la diegèsi riconosce come tale, è dunque sufficientemente forte come personaggio per incarnare una fiducia dell’uomo, se non ottimistica, coriacea, indurita, che ha la forza di sperare ancora nella vita nonostante la bestialità del mondo.
***½

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati