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Il bacio della morte

Regia di Henry Hathaway vedi scheda film

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La recensione su Il bacio della morte

di munnyedwards
8 stelle

 

Nick Bianco (Victor Mature) è un criminale specializzato in rapine, anche suo padre lo era ed è finito morto stecchito sui marciapiedi di New York, Nick dopo aver fatto un colpo in una gioielleria rischia di fare la stessa fine ma la fortuna è dalla sua, la pallottola del poliziotto lo ferisce alla gamba e se la cava con poco.

Ovviamente lo aspettano almeno quindici anni di galera visto che è un recidivo, l’unica scappattoia che gli viene proposta, da un viceprocuratore che sembra avere a cuore la famiglia di Nick (una moglie e due bambine piccole), è quella di cantare, fare la spia e incastrare così gli altri componenti della banda.

Ma Nick non intende giocare questa carta, per un criminale incallito come lui non c’è niente di peggio che fare la spia, rinnegare un mondo che per quanto schifoso è sempre stato il suo mondo, tradire la gente che è sempre stata la sua gente, per cui passa la mano e spera nell’avvocato Howser, che pur non potendo evitare la condanna gli promette un probabile condono della pena, ma sopratutto gli garantisce che si occuperà della sua famiglia.

Ma Howser è un avvocato del crimine, un traffichino la cui parola vale poco, Nick se ne renderà conto mesi dopo quando dal carcere scopre che sua moglie si è tolta la vita e che le sue bambine sono finite in orfanotrofio, a questo punto le certezze di una vita crollano e per l’ex criminale si apre una nuova strada, quella del collaboratore di giustizia.

 

locandina

Il bacio della morte (1947): locandina

 

Il bacio della morte è senza dubbio uno dei migliori film di Henry Hathaway, regista solido e concreto che vanta una carriera decisamente importante messa al servizio dei grandi Studios e di diversi generi cinematografici, stavolta si cimenta con il noir e la sua rigorosa messa in scena impreziosisce una sceneggiatura gia ricca di sfumature (a firma Ben Hecht e Charlie Lederer) e un buon soggetto di Eleazar Lipsky.

L’elemento che piu di tutti caratterizza la storia rientra nel piu classico dei topoi del noir, ossia l’incapacità del protagonista di trovare una via di fuga, una strada che finalmente gli consenta di essere libero, di iniziare una nuova vita, di uscire dal quel tunnel oscuro che sembra senza fine, Nick Bianco da criminale veniva braccato dalla polizia, da informatore viene braccato dai suoi ex compagni di malaffare.

Come spesso capita agli eroi maledetti di un genere che esalta la perdizione dell’anima e la sconfitta, uscire dal libirinto di una vita beffarda e malevola non è impresa delle piu semplici, in questo caso il percorso del protagonista è affrontato con rigoroso piglio formale e con un attento studio delle psicologie, ad impreziosire il tutto la prova di un attore da me sempre apprezzato molto, Victor Mature con il suo sguardo languido e la sua recitazione contenuta e sofferta e un Nick Bianco perfetto.

 

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Ma il noir è il genere dei contrasti, delle ombre e della luce, del bianco e del nero, e se da una parte c’è un uomo che cerca di farsi una nuova vita e di uscire dal mondo del crimine, dall’altra c’è la sua controparte, la sua nemesi schizzata e ghignante, Tommy Udo è portato sullo schermo da un esordiente Richard Widmark, psicopatico da leggenda, balordo senza freni inibitori, criminale, assassino e folle vendicatore.

Se la prima parte del film ci presentava il tormento di Nick e la sua difficile metamorfosi, la seconda sale di ritmo mettendo in scena il serrato confronto fra due figure speculari ma allo stesso tempo contrapposte, Tommy Udo è un gangster che odia le spie e quindi odia Nick Bianco, non solo lo vuole morto ma non esita a minacciare la sua famiglia, e le minaccie di Udo non sono parole al vento, lo abbiamo gia visto in azione in una delle sequenze memorabili del film (e forse dell’intero genere), ossia quando lega la madre invalida di un altro spione e la getta ridendo giu per la scale.

 

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Widmark e Mature duettano alla grande, nel finale si affrontano faccia a faccia seduti ad un tavolo di ristorante, un'altra scena splendidamente diretta da Hathaway che con grande perizia alimenta tensione e suspence, ma ormai siamo alla resa dei conti, Udo è troppo furbo per la polizia e Nick non puo vivere guardandosi le spalle per sempre, i conti vanno regolati per strada, la stessa strada che offre facili opportunità ai criminali pronti a coglierle, ma anche agguati a sorpresa e colpi di pistola a bruciapelo.

Il finale stranamente buonista non scalfisce il valore del film di Hathaway, un opera a tratti tesa come una corda di violino e impreziosita da ottime prove d’attore, Widmark lascia un segno importante e il suo folle personaggio verrà ricordato a lungo, Mature come sempre ambiguo e sofferto, si segnala la presenza anche di un giovane Karl Malden.

Rifatto nel 1995 da Barbet Schroeder con protagonisti David Caruso, Nicolas Cage e Samuel L. Jackson.

Voto: 8

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