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Truman - Un vero amico è per sempre

Regia di Cesc Gay vedi scheda film

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La recensione su Truman - Un vero amico è per sempre

di fratellicapone
10 stelle

...la fine della vita, l’amicizia, i ricordi in un film commovente e struggente ma non disperato...

 

 Ho visto questo film, di cui non avevo alcuna anticipazione, in un periodo della mia vita in cui sono particolarmente sensibile a questi temi.

E’ un potere singolare che un film ben fatto e interpretato da due ottimi attori crei un’empatia con lo spettatore sensibile all’argomento e lo catturi istante per istante quasi come se fosse una fiocina conficcata nella carne. A me è successo questo.

I personaggi della storia sono tre. Tomas che parte dal Canada per andare a trovare Julian, un attore di origine argentina trasferitosi a Madrid. Julian non sa niente dell’arrivo del suo migliore amico ma Tomas sa che il suo amico, ammalato gravemente, ha deciso di non curarsi più e di lasciarsi morire.

Il terzo personaggio, non meno importante dei primi due, è Truman, il vecchio e grosso cane di Julian, che dà anche il titolo al film.

Julian è un attore teatrale di successo che sicuramente ha avuto una vita ricca e appagante. E’ divorziato e ha un figlio che studia ad Amsterdam.

I due amici che non si vedono da molti anni si ritrovano con l’immediatezza e il calore che solo la vera amicizia possiede. Hanno tanto in comune, esperienze, ricordi e se anche sono lontanissimi questo non ha inciso sul loro rapporto che è rimasto spontaneo, intimo e immediato come un tempo, come succede solo per la vera amicizia.

Tomas, a fronte della determinazione dell’amico, non cerca di convincere Julian a curarsi perché sarebbe una lotta contro una malattia inesorabile e che avrebbe ridotto Julian, uomo di successo e affascinante, a uno strazio finale.. Julian, infatti, dice all’amico che un medico fidato gli ha dato delle pillole da prendere per farla finita quando la malattia l’avrebbe fatto dipendere totalmente dagli altri, anche per le sue esigenze più elementari. Julian vuole uscire di scena in piedi e da grande attore qual’é stato in vita.

Truman, il grosso cane, cui Julian è legato come se fosse un suo secondo figlio deve trovare una sistemazione e la ricerca diventa difficile perché trova tutte persone improponibili.

In questi quattro giorni c’è tutto, il ritrovarsi con l’amico, il parlare con il medico che gli conferma l’inesorabilità del male, un volo ad Amsterdam per fare una sorpresa al figlio ed è bellissimo l’abbraccio di addio tra il figlio e il padre. Il figlio sa che il padre sta morendo perché glielo ha detto la madre ma Julien non lo sa. Ma l’abbraccio vale più di mille parole.

Alla fine all’aeroporto Julian affiderà Truman all’amico che lo porterà in Canada. Era l’unica persona a cui poteva affidarlo per farlo stare bene.

E’ un film girato con grande maestrìa e nella sua naturalezza non si avverte alcuna artificiosità, merito del regista sopratutto ma anche merito dei due attori.

Pur trattando un argomento così inusuale nel cinema il film non scivola mai nel pietismo e l’amicizia fra i due non viene contaminata, nella sua freschezza e immediatezza di sempre, dall’ineluttabile compiersi del destino di Julian.

Un grande film!

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