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Videodrome

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Videodrome

di Tarkus
10 stelle

“La televisione è la realtà e la realtà è meno della televisione” afferma il dottor O’Blivion in uno dei momenti topici dell’ opera di Cronenberg. Videodrome profetizza l’avvento della chiesa catodica come crèdo imposto, divenendo esso stesso un potente strumento di controllo. Il protagonista Max Renn (il sempre talentuoso James Woods) assurge a figura cristologica di questa nuova fede attraverso una “riprogrammazione” dei suoi ideali con l’illusione di aver applicato il libero arbitrio. Immola la sua originale matrice corporea per divenire “nuova carne” involucro del proto-pensiero catodico. Si spegne ogni scintilla di umanità: è la morte del libero pensiero. Pertanto il medium descritto da Marshall McLuhan diviene realtà (fusione tra corpo e dati) con la consequenziale sudditanza tra la percezione del mondo e lo stesso medium. Si instaura una sorta di technonihilismo, dato che ogni medium, in questo caso il “video”, ha il potere di imporre agli incauti i propri presupposti ( Platone aveva affrontato una simile argomentazione: il senso complessivo di ciò che siamo e di ciò che facciamo di noi con le nostre parole e con le nostre arti). Il segnale videodrome comporta lo stimolo di crescita neoplastica encefalica (l’encefalo è il lato divino della bestialità umana, laddove si incontrano anima e carne) il trigger di visioni allucinatorie: dimoia il sottile confine tra la realtà e finzione. David Cronenberg argomenta in maniera mirabile e disturbante il rapporto tra mezzo televisivo e la realtà o meglio la percezione della realtà, dato che avviene attraverso i nostri cinque sensi, lanciando una dura critica al nostro divenire. La fotografia di Max Irwin lungo il percorso del protagonista  desatura gradatamente ogni colore virando al blu (ricorda il blu gotico di Dean Cundey) fino alla loro terrificante freddezza, violentando i nostri occhi nei fotogrammi finali. Mentre lo score di Howard Shore contribuisce ulteriormente a spiazzare lo spettatore, ormai sempre più disorientato nell’ identificare attraverso gli occhi di Max Renn la realtà dalla allucinazione.

Derrick de Kerckhove ha affermato “ la nuova realtà l’Io digitale e la vita reale sono collegati a questo universo informatizzato, ma quest’ ultimo sta esplodendo senza che vi sia una coscienza diffusa e se l’Io digitale prenderà il sopravvento il problema è adeguare l’intero sistema ad una nuova realtà” e tutto ciò sta già accadendo… o è già accaduto… 

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