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Victor Victoria

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su Victor Victoria

di LorCio
8 stelle

Victoria Grant è una morta di fame dalla portentosa voce, ma il cui talento non è riconosciuto dagli impresari. Un raffinato ed amabile gay canterino la convince a spacciarsi per un uomo, tale conte Gravsky, che si finge donna sul palcoscenico. Il gioco funzione, finché non entra in gioco l’attrazione che un losco figuro inizia a provare per lui (che in realtà è una lei). Risate, canzoni, pura commedia girata dal sommo Blake Edwards con un occhio alla produzione degli anni ’30 e ’40.

 

Scritta in modo lesto, senza un solo minuto inutile o qualche momento eccessivamente diluito, è una delle più scintillanti, scoppiettanti commedie ironiche mai uscite da Hollywood, anche perché realizzata con un’armonia ed una leggerezza che raramente si avverte e si percepisce. Gli effervescenti momenti musicali impreziosiscono la brillante opera, colorata con tinte rosa e caramellose in omaggio ad uno stile dirompente e sbarazzino. Non è un caso che al centro della scena ci siano tre personaggi atipici (più altri due non esattamente ordinari, la guardia del corpo grassone che si rivelerà gay e la volgare amante di James Garner): una finta travestita, un gay e un malavitoso.

 

In sublime equilibrio tra farsa teatrale e umoristico film sentimentale, è un film assolutamente da non perdere, una favolosa operazione retrò che centra il bersaglio. La fantastica Julia Andrews, ancora una volta diretta dal marito, torna a cantare e a ballare con il gusto di quindici anni prima (ai tempi dei più zuccherosi Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente) e non importa se come uomo non sia credibile (è talmente grande che le perdoniamo tutto), ma la parte del leone la fa un Robert Preston stratosferico, checca infallibile al quale è concesso un finale con i fuochi d’artificio.

 

Le musiche di Henry Mancini arrivano al cuore. Tra le tante gags ci piace ricordare quella dello scarafaggio al ristorante (che tempi!) e la scazzottata al Chez Lui. Solo un Oscar (canzone), su sette nomination (quando l’Academy piglia belle cantonate). Film così non se ne fanno più.

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