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Deadpool

Regia di Tim Miller vedi scheda film

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La recensione su Deadpool

di kubritch
1 stelle

Pensavo fosse omoerotico e, invece, era una sòla.

Ormai, i film d'azione stanno diventando sempre più simili ai film porno. No, non mi riferisco ai dialoghi pieni di doppi sensi sessuali adolescenziali per la nuova generazione di borghesi, cioè gente che non sa cosa sia la vita di strada e a cui basta vederla nelle serie tv o al cinema per sentirsi uomini di mondo, spacconi. In realtà, soffrono di complessi d'inferiorità. "L'ha visto in televisione."

Mi riferisco al fatto che la sceneggiatura e la recitazione sono sempre più trascurate, mentre le scene di lotta, specialmente, corpo a corpo, sono sempre più rifinite. In un'ottica psicanalitica, si sa che gli spettacoli di combattimento sono sublimazioni dell'atto sessuale, dunque, efficaci tenendo conto che si tratta di prodotti industriali concepiti per fare soldi. La maggioranza delle persone sono sessualmente represse e frustrate a causa di giornate lavorative sempre più spersonalizzanti. Film del genere rispondono alla domanda preponderante di evasione, di sospensione totale dai tormenti quotidiani. Uno sfogo, insomma, soprattutto, alla rabbia compressa interiormente verso il capoufficio, verso le persone che ci circondano, verso i partner deludenti... Vorremmo tanto avere quei superpoteri e mandare all'obitorio un po' di rompicoglioni. Quanto siamo cacacazzi per gli altri non ci sfiora nemmeno l'idea. Tutti ci identifichiamo col protagonista e per un paio d'ore, seduti comodamente ci sentiamo i padroni del cess... universo. Questo è il senso del cinema? Divertire, non importa come e perché; non importa con quale tipo di umanità si interfaccia. Da tener presente il fatto che i critici cinematografici sono come tutti gli altri e, nella maggioranza dei casi, non si sentono come Bazin, ma come degli sfigati graziati dalla madonna se in una fogna del genere, riescono a stare a galla col minimo sforzo. Quindi si adeguano alle direttive editoriali: vendere. Perdonatemi, mi sto sfogando anch'io. Chi apprezza questo film, dovrebbe comprendere anche il mio linguaggio diretto. Si fa troppa poesia nel recensire. Quindi tutti d'accordo che il cinema sia solo un giocattolo? Una volta ho letto da qualche parte una cosa intelligente; che non esiste arte apolitica anche l'assenza di orientamenti politici è un'espressione politica poiché equivale a giustificare lo status quo. Non so a voi, ma a me sembra uno status quo di merda (forse qualcuno ha visto l'ultima serie di Twin Peaks, in cui si vendono vanghe speciali per splare la merda esistenziale). 

 

La storia di Deadpool è presto detta. Wade Wilson è un ex combattente governativo, congedato con disonore. Lavora su commissione presso una società clandestina di agenti di sicurezza, assunti da donne vittime di stalking, ed è innamoratissimo di Vanessa, una sexy barista con cui non fa altro che scopare. Un brutto giorno scopre di essere malato terminale di cancro e, per questo, viene contattato da un man-in-black che gli promette la completa guarigione se si sottopone ad un trattamento che lo farà diventare un essere mutante dotato di cellule autorigeneranti ed una forza sovraumana, con la prospettiva di una vita da supereroe. In realtà, l'uomo è il rappresentante di una società fuorilegge che trasforma uomini in fin di vita in armi umanoidi da piazzare nel mercato nero delle guerre mercenarie sparse per il mondo. Scoperta la cosa e reso mostruoso dall'intervento a causa dell'antipatia suscitata, fugge via dall'infernale laboratorio clandestino e comincia una caccia furiosa al suo aguzzino da cui spera di essere riportato alle sue originarie sembianze, non foss'altro che per ritornare a stare con la sua donna. Nel frattempo, si mettono di traverso due membri degli X-men, Colosso e l'apprendista Megasonica, che vorrebbero convincerlo ad intaprendere una carriera rispettabile al servizio della Legge. Con la cattura di Vanessa, Deadpool riesce a convincere i due supereroi a coadiuvarlo nell'impresa di sgominare il malvivente. Il finale è quanto di più scontato possa esserci in un tripudio di esplosioni. Cose viste e straviste. 

 

Cosa c'è di originale e quali sono le variazioni sul tema? Innazitutto, il protagonista è una sorta di anti-supereroe, come dire antidivo. I dialoghi sono una raffica di scurrilità, demenzialità e doppi sensi. La scrittura è autoironicamente metacinematografica, ossia, è costellata di citazioni più che altro verbali, ed esplicita le tecniche e i meccanismi produttivi; oltre ad essere inframezzata da monologhi "a parte". Il primo tempo è composto da una serie di flashbacks che si alternano a scene acrobatiche di violenza. La sceneggiatura presenta numerose approssimazioni arbitrarie. Per esempio, non chiarisce come il protagonista abbia potuto con mezzi di fortuna, confezionarsi una maschera con tanta perizia, addirittura, adattando il tessuto ai movimenti oculari, anche se mostra le sue fasi del concepimento. Chiaramente è un effetto speciale per rendere meno rigida e più accattivante la maschera. Un po' dappertutto è richiesta una massiccia sospensione della credulità. Nella scena in cui il protagonista strappa il fiammifero dalle labbra della virago e lo accende con l'unghia centrando, in fine, lo sfiatatoio dell'ossigeno. Dai falshbacks manca la parte in cui Deadpool fa la conoscenza di Colosso; cosa che motiverebbe la loro grande confidenza. Il film non motiva come fanno a creare mutanti dalla volontà riprogrammata in base alle esigenze dell'acquirente. Il ritrovamento di Vanessa nel club a luci rosse è un puro espediente per mostrare in primo piano nudità femminili altrove coperte con finto pudore dalla cinepresa. Le nudità maschili, per contro, sono appena intraviste. ditemi se questo è politicamente scorretto. Sono cose che in Italia si vedono da tempo immemore. In pratica, la fiera del convenzionale, o finto trasgressivo. Nel prevedibilissimo finale, scaraventata nel precipizio all'interno di una cabina di vetro la donna è estratta dalle macerie incolume.

 

Immagino quale sia la reazione di fronte a questa mia analisi: che, in fondo, si tratta solo di un innocente film fantastico concepito per intrattenere le persone e senza pretese (...fare tanti soldi). Secondo questa logica, quindi, qualunque inganno fraudolento della vista e della mente (non si intendono le sottigliezze estetiche di Hitchcock, atte a rivelare la psicologia umana), o, qualunque mediocrità di contenuti, va bene purché abbia successo di botteghino. Il film va valutato nell'ambito della categoria e del genere in cui è inserito. Quindi diremo che il presente lungometraggio, come slapstick action comedy tra i film dei supereroi, va più che bene, a maggior ragione, se lo confrontiamo con il livello medio dell'attuale produzione Hollywoodiana. Dimentichiamoci il resto della storia cinematografica. Vecchiume. Non sarò mai d'accordo a dare ragione ad un solo tipo di pubblico: quello meno esigente, più superficiale ma più numeroso (secondo certe statistiche funzionali allo status quo). Anche perché non penso che vada giustificata la frustrazione sociale fornendo al popolo occasionali momenti di scarica, di distrazione. Sì, il film vorrebbe essere anticonvenzionale e trasgressivo ma in superficie, all'apparenza poiché, a ben vedere, a livello drammaturgico è di una banalità sconcertante: una combinazione di romanticismo fiabesco (la bella e la bestia) e reazioni istintuali: rabbia, vendetta e costante sovraeccitazione. La violenza è l'altra faccia del sentimentalismo. Dove c'è l'uno c'è sempre l'altro. Dunque non basta travestire di anticonvenzionalità certi schemi morali, per esserlo davvero. La verbosità dei dialoghi non ha lo stesso significato dei film di Hawks; servono solo ad oscurare la miseria della narrazione. 

 

 

 

 

 

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