Regia di Tim Miller vedi scheda film
Deadpoll sta ai supereroi come il punk stava al progressive-rock. Il cinecomic ha il suo '1977' :-)
Qui non importa il cosa (tutto risaputo) o il come (messinscena conforme agli standard tranne i meravigliosi titoli!) ma il perché. Continuando con la metafora musicale, come nel rock la saturazione per qualcosa (in questo caso l'invasione cinematografica dei supereroi) ha prodotto una reazione: i Ramones con la fine delle utopie Flower Power e dei sogni anni 60 e i Sex Pistols con il Prog e la crisi economica. Ecco Kick Ass = The Ramones, i precursori / Deadpool = The Sex Pistols, la spallata decisiva. Come per gli inglesi, il cuore dell'operazione è una geniale campagna stampa a lanciare questo film, un lavoro di marketing furbo e abile nel creare l'evento e poi sfruttarne la scia. Si gioca di opposizioni quindi, trovando nel non 'essere come' un'identità liberatoria, dissacrante, fastidiosa, irriverente. Tutto viene ribaltato, attaccato, dai titoli alla sequenza nascosta senza risparmiare niente e nessuno con una furia iconoclasta costante per 1h e 30m. Ci vuole del fegato a produrre un film del genere (non conosco il fumetto però...) che a furia di superare i limiti della decenza e dell'anticonformismo libera a modo suo le percezioni come un urlo a squarcigola senza nessun fine. E' qui che vedo il parallelismo superficiale con certo punk. Nichilismo e cinismo ma non solo poichè a tratti filtrano dallo scudo della disillusione dei messaggi struggenti come la frase sul cancro (e altre gravi malattie o situazioni) una delle più belle e struggenti che mi sono capitate di sentire, di cui condivido in pieno il senso:
- La cosa peggiore che fa il cancro non la fa a te, ma alle persone che ami...
Ma sono solo sprazzi, perché subito si ritorna all'incredulità nel dover gestire una mancanza di rispetto per ogni cosa, una marea di volgarità gratuite (e si poteva anche andare oltre con almeno un nudo maschile, sesso più esplicito oltre il vedo non vedo, coerentemente con il soggetto) che legano lo spettatore visceralmente al suo eroe (l'espressione più usata per definirlo è 'deficiente' tanto per capirci...). Siamo dalle parti del cult memorabile, da amare o odiare, fate voi, comunque difficile da giudicare perché porta al 'limite', un film che farà impazzire gli adolescenti quelli più detestabili (i più ignoranti e non solo, quelli che non rispettano nessuno, gli zarri, i bulli...), un incrocio fra lo Zoo di 105 e la Marvel... Roba da matti! Piena deriva della società occidentale.
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